UNE FEMME CORÉENNE

Young Ho Nam / Cie Corée Graphie

8 Maggio 2010 21:30

Stazione Leopolda di Firenze | IT


INFO


Il solo Une femme coréenne è la reinterpretazione di una delle più importanti danze tradizionali coreane, il Seung Mu, danza rituale dei monaci buddisti che può essere interpretata sia da uomini che da donne.
Le ricerche coreografiche di Young Ho Nam sul legame tra corpo e spirito l’hanno condotta verso la danza tradizionale coreana di cui in questo lavoro rivisita i tre concetti fondamentali: JENG (serenità, pace e disponibilità), JUNG (peso del corpo, lentezza e presenza) e DONG (ritmo dinamico e movimento). Il risultato è una danza astratta e non narrativa caratterizzata dalla sobrietà dei movimenti: ogni singolo gesto ha un suo specifico significato, il superfluo non esiste.
Nella sua reinterpretazione, Young Ho Nam introduce tratti impressionistici, incrinature, e un’energia diversa rispetto alla danza originale.
Dopo essersi confrontata con la danza tradizionale e la musica contemporanea occidentale (in particolare nel lavoro Matière & Matière) in questa creazione la coreografa coreana esplora i rapporti con la poesia attraverso i testi del francese Paul Godard che ha già lavorato più volte con la compagnia.

 

Young Ho Nam, nata in Corea del Sud, si forma alla danza classica e contemporanea (Graham, Cunningam e Limon) all’Università Ewha di Seul. Nel 1990 si trasferisce in Francia dove segue corsi a Parigi con Peter Goss e alla Ménagerie de Verre. Nel 1993 entra a far parte della compagnia Jackie Taffanel a Montpellier partecipando a sei creazioni. Dal 1993 al 1998 è assistente alla coreografia e si occupa della formazione di danzatori sia in Francia che all’estero.
Dal 2000 lavora anche con la Compagnia Susan Buirge che incontra nel 1998 in occasione del suo atelier di composizione coreografica.
Nella sua ricerca coreografica Young Ho Nam unisce interrogativi diversi sulle differenze culturali e sociali e sul confronto tra la cultura coreana e la cultura occidentale.

 

coreografia e danza: Young Ho Nam
poesie: Paul Godard
luci: Jean Tartaroli

 

 

 

 

 

 

 

 

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