Festival au Désert 2020

XI edizione
Firenze, PARC Performing Arts Research Centre, Teatro Puccini
5 – 10 settembre

 

Il Festival au Désert di Firenze è un progetto musicale multiculturale che dal 2010 ha realizzato una rete per la creazione contemporanea tra Africa, Mediterraneo ed Europa, a partire dalla collaborazione tra Festival au Désert di Essakane (Mali) e Fondazione Fabbrica Europa.

Il festival ospita grandi nomi della musica del mondo per far conoscere il meglio della world music attuale, in particolare da Mali, Nord Africa, Mediterraneo e Medio Oriente, in dialogo aperto con gli ambasciatori del “nomadismo” artistico di tutto il mondo, in una concezione da declinare nel senso più ampio del termine e della provenienza culturale e geografica.

L’itinerario musicale e culturale di quest’anno ha ospitato nel mese di settembre alcuni concerti partendo dalle radici della musica del Mali, grazie alla presenza di uno dei suoi grandi ambasciatori, il suonatore di balafon Aly Keita. Nato in Costa d’Avorio ma originario del Mali, Keita è tra i musicisti più noti al mondo per la capacità di tirare fuori ogni sfumatura armonica e percussiva dal suo strumento. Insieme al batterista afroamericano Hamid Drake attraversa scenari sonori che travalicano le musiche tradizionali per esplorare innesti di jazz, ritmi irresistibilmente solari e vortici di battiti trascinanti e contemporanei. Al duo si è unito per la prima volta il vibrafonista Pasquale Mirra, già al fianco di Drake in meravigliosi live che hanno conquistato in questi anni pubblici nazionali e internazionali (5 settembre, PARC).

Sempre nell’ambito del Festival, l’incontro Almar’à, l’orchestra delle donne arabe e del Mediterraneo. Ideazione, creazione e prospettive di un progetto che muove la realtà. L’incontro, coordinato da Raffaele Palumbo, ha visto Dania Alkabir Alhasani, Silvia La Rocca, Nadia Emam e Kavinya Monthe Ndumbu (Almar’à), il direttore Ziad Trabelsi (Orchestra di Piazza Vittorio) e Pino Pecorelli (Orchestra di Piazza Vittorio / Isola di Legno) alternare musica e racconti di un progetto di Fabbrica Europa che sta ottenendo notevoli attenzioni a livello nazionale e internazionale (8 settembre, PARC).

Ospite di questa edizione anche Trilok Gurtu, percussionista dallo straordinario virtuosismo e dalla classe assoluta che ama definirsi un costruttore di ponti musicali tra diverse culture. Fondendo tecnica occidentale e indiana, ha sviluppato uno stile e un suono inconfondibili che da metà anni ‘90 lo collocano tra i più grandi innovatori dell’arte percussiva per intensità, fantasia, virtuosismo ed energia comunicativa. Nel corso della sua quarantennale carriera ha attratto artisti di livello mondiale, da John McLaughlin – nel cui trio Trilok si è affermato come solista e con cui collabora da oltre 20 anni – seguito da Joe Zawinul, Jan Garbarek, Bill Evans, Pharoah Sanders, Dave Holland, gli Oregon, folgorati dal suo magistrale senso del ritmo. Drumming e stile compositivo trasversali e personali sono alimentati da grande passione e disciplina (10 settembre, Teatro Puccini).

Progetto realizzato con il contributo di Fondazione CR Firenze

 

Photogallery

Aly Keita / Hamid Drake / Pasquale Mirra

 

Incontro Almar’à

 

Trilok Gurtu

[foto: Monia Pavoni]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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