15 Giugno 2017 21:00
Bhinna Vinyasa esplora viaggi metafisici indotti da forze interne ed esterne che conducono a cambiamenti profondi nella vita dei singoli e delle comunità. Immagini dall’arte e dalla letteratura si fondono con ricordi di esperienze vissute in cui gli archetipi, il quotidiano e l’immaginario si amalgamano in un’esperienza immersiva.
Mappando frammenti scomposti di sogni, desideri, speranze, realtà difficili, mutazioni ambientali, migrazioni, Bhinna Vinyasa conduce lo spettatore attraverso un’esperienza intensa fin dentro un territorio dalle configurazioni mutevoli.
Facendo riferimento agli antichi concetti dell’ātman (anima individuale) e del paramātman (anima universale) e ai rapporti rizomatici in un “futuro post-umanistico, in cui il mondo si è arricchito di una molteplicità di agenti non umani”, Bhinna Vinyasa esplora l’idea del sé attraverso un continuo divenire e scomparire in cui le coordinate di spazio e tempo sembrano flessibili.
Bhinna Vinyasa è stato ideato dal coreografo indiano Jayachandran Palazhy, direttore dell’Attakkalari Centre for Movement Arts di Bangalore, che ha creato le coreografie insieme agli straordinari danzatori dell’Attakkalari Repertory Company. Mixando paesaggi elettroacustici, che sono la sua firma sonora, a elementi di musica carnatica dell’India meridionale, il compositore tedesco Martin Lutz ha creato una partitura sonora stratificata, provocatoria e al tempo stesso affascinante. Il dramaturg Andrés Morte ha lavorato sul piano narrativo in rapporto al linguaggio performativo e sui riferimenti interculturali, il media artist Luca Brinchi e il light designer Shymon Chelad hanno creato un paesaggio di immagini evocative e mutevoli.