Aomori è una prefettura del Giappone, nella regione di Tsugaru, all’estremo nord dell’Isola di Honshu. Estati brevi, lunghi inverni nevosi, foreste, montagne e un mare dal blu intenso caratterizzano questi luoghi pieni di fascino. In inverno le frequenti nevicate trasformano il paesaggio, e il corpo sembra sopraffatto dal desiderio del riposo, dalla voglia di abbandonarsi in questo manto bianco.

Il progetto Aomori di Sioned Huws nasce da questo, da un un’indagine profonda su come un paesaggio, un ambiente, i suoi abitanti, possono influenzare il lavoro di un artista.

In questo duetto la coreografa gallese e la danzatrice giapponese Reina Kimura, coinvolta in Aomori project fin dal 2008 insieme a danzatori, musicisti e cantanti europei e giapponesi, sperimentano la capacità di memoria gestuale in una coreografia che si muove su una linea sottile – quella tra ordine e disordine.
La ripetizione rappresenta una minaccia di disorientamento e così il conteggio dei battiti e degli impulsi diventa un sistema di sopravvivenza, un modo per contenere l’emotività arginando il caos.

Sioned Huws, di origine gallese, si è formata al Laban Centre for Movement and Dance e successivamente ai Merce Cunningham Studios di New York. Autrice e interprete di film, installazioni e coreografie, con la sua ricerca mira a sfidare e integrare forme d’arte diverse. Il suo recente progetto Aomori Project si è sviluppato tra Aomori e Tokyo, in collaborazione con ballerini come Reina Kimura, Yoshiya Ishikawa, musicisti quali Yuji Hasegawa e Yushin Hasegawa e la cantante minyo Kiyoko Goto.

concezione e coreografia: Sioned Huws
coreografato e interpretato da Sioned Huws e Reina Kimura
tournée sostenuta da: Wales Arts International, Great Britain Sasakawa Foundation, Chapter, Joshibi University of Art & Design, Tokyo, Ty Newydd, Translators House Wales and Wales Literature Exchange
enti sostenitori: The Saison Foundation and EU Japan Fest Japan Committee, Wales Arts International, Arts Council of Wales, The National Lottery Wales, Welsh Assembly, The Daiwa Anglo Japanese Foundation, Japan Foundation and Morishita Studios, Tokyo

[foto: Antonio Viscido]