7 Settembre 2022 11:00
PARC Performing Arts Research Centre Firenze | IT
Nel suo saggio fondamentale, “Visual Pleasure and Narrative Cinema” (1975), Laura Mulvey ha introdotto il concetto di Male Gaze e ha problematizzato le politiche sessuali che sono alla base della rappresentazione visiva nel corso della storia e per cui il femminile è spesso oggettificato e gli uomini sono demiurghi nel codificare le estetiche della pittura, della televisione, del cinema e della pubblicità. In risposta a questa nozione la produttrice televisiva e regista Jill Soloway ha tenuto un potente discorso al Toronto International Film Festival 2016, in cui ha delineato le strategie per rendere tangibile uno sguardo femminile, Female Gaze, come alternativa praticabile che contrasta la predominanza della eteronormatività maschile nella filmografia e nelle arti visive.
Incentrando il loro scambio artistico attorno a Female Gaze di Jill Soloway e adattando le idee praticabili che ha delineato, gli artisti-partecipanti al progetto CRISOL – Roberta Racis e Fabio Novembrini (Italia), Albert Garcia (Macao), Jereh Leung (Singapore) – indagano questioni relative allo sguardo dello spettatore e al piacere visivo, al Male Gaze, in relazione alla creazione artistica e in rapporto allo sguardo del pubblico presunto e all’emozione estetica, considerazioni e interrogativi che condividono attraverso le loro pratiche artistiche e le creazioni attuali.
In questa Open Studio Session, con l’artistic advice di Daniel Kok, direttore artistico di Dance Nucleus (Singapore), le diverse pratiche coesistono nello spazio attraverso una struttura, realizzata in collaborazione tra i dance artist, che mette in relazione le ricerche individuali e il tema del Male Gaze/Female Gaze.
Gli spettatori sono invitati a entrare o uscire, partecipare ad alcuni esperimenti e a osservare i modi in cui il loro sguardo gioca un ruolo cruciale nell’incontro performativo.
Jereh Leung dal 2019 ha iniziato a elaborare una serie di studi sulla scena dei dialoghi del film “In the mood for love” di Wong Kar Wai che interpretano lo sguardo maschile attraverso il coinvolgimento di uno sguardo femminile e una riflessione personale su ciò che il femminile è per lui, incarnando deliberatamente i personaggi del film.
Albert Garcia con la sua ricerca mette in discussione il rapporto tra società e individuo. Cerca inoltre di indagare criticamente gli standard alla base del processo di antropizzazione e la progettazione del nostro ambiente e dei nostri habitat, ripensando a come immaginiamo l’habitat umano e con esso le forme di relazione tra individui che l’organizzazione spaziale genera.
Roberta Racis e Fabio Novembrini reinterpretano la costruzione del diorama. Il termine diorama ha origini greche e significa “guardare attraverso”. Nella pratica proposta la realizzazione dioramica consiste in differenti paesaggi creati con l’ausilio di una serie di video che vengono proiettati. Il corpo in video interagisce costantemente con il corpo in presenza cercando di realizzare un dispositivo di visione che riconsidera lo spazio stesso di rappresentazione e le modalità di accedervi, attraverso una serie di paesaggi non lineari che ripensano la corporeità e il binarismo.
Attivare lo sguardo è parte del progetto CRISOL – creative processes, nato nel 2019 con il sostegno del Mibact con l’obiettivo di intrecciare esperienze tra artisti italiani e internazionali e sperimentare diversi modelli a lungo termine di co-creazione trans-locale.