15 Settembre 2024 19:00
Teatro del Maggio Musicale Fiorentino / Auditorium Zubin Mehta | IT
nell’ambito di Fabbrica Europa 2024
in collaborazione con Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino
That’s All Folks! nasce come prosecuzione ideale di Un Discreto Protagonista, con l’idea di creare uno spazio di riflessione sempre più ampio sugli aspetti della scrittura coreografica e della composizione artistica. Si tratta della seconda tappa di una scrittura coreografica in tre atti, che mette in dialogo danza, scienza e mito.
Se Un Discreto Protagonista si basava sull’origine dell’universo, e su quei processi fisici e astronomici ad essa legati, questa nuova creazione sposta l’attenzione sull’arrivo dell’uomo nella storia dell’universo o meglio sul rapporto tra uomo e cosmo.
Con un quartetto di danzatori internazionali abbiamo voluto esplorare due diversi cammini.
In primo luogo, abbiamo cercato una “narrazione puramente fisica” attraverso schemi complessi di movimento volti a creare una struttura tematica che si è dispiegata all’interno della creazione in un processo graduale e continuo. Un lavoro che è nato dall’indagine su alcune forme rituali connesse ai miti di fondazione e alla cosmologia, e che operano sulla base di figure e percorsi archetipici. Ci siamo posti su una frontiera tra irrazionale e controllo, tra logica e caos, per esplorare relazioni spaziali e dimensionali, dove ogni cosa acquista senso nel momento in cui è legata alle altre.
In secondo luogo, ci siamo concentrati sulla costruzione di quattro personaggi, interpretati da quattro performer internazionali – Ching-Ying Chien (Taiwan), Issue Park (Corea), Faith Prendergast (Stati Uniti) e dallo stesso Damiano Ottavio Bigi.
Personaggi sospesi in uno spazio indefinito, in un luogo effimero, non fisso; una sorta di zona grigia che è il punto di non ritorno di un viaggio verso un non-luogo e un non-tempo, dove sono stati chiamati a sperimentare una dimensione liminale e a entrare in contatto con la propria memoria inconscia.
Per questa ricerca ci siamo ispirati al concetto di “orizzonte degli eventi”, cioè quella “superficie limite oltre la quale nessun evento può influenzare un osservatore esterno”, quell’orizzonte oltre il quale nulla si può vedere e tutto collassa in una distesa infinitamente densa.
Un confine immaginario, circolare, dove i nostri personaggi sono alla ricerca di un nuovo inizio o delle prove che esistesse qualcosa prima di ciò che conosciamo. Il nostro mondo, in effetti, potrebbe essere nato da un universo precedente, da un momento, chiamato “del rimbalzo”, dove spazio e tempo sono scomparsi: il momento in cui tutto si è dissolto in una pullulante nuvola di probabilità.
Questo viaggio ci ha dato l’opportunità di interrogarci sulla natura del tempo, del movimento e dell’instabilità, in un tempo e in un luogo in cui non esiste più un asse o una prospettiva centrale, ma dove tutto intorno a noi cambia in relazione a dove guardiamo. E, in bilico su questo confine, le nostre forze, insieme alle nostre fragilità, si sono rispecchiate e mescolate, provando a imparare un po’ di più su chi siamo.
– Damiano Ottavio Bigi, Alessandra Paoletti –