14 Settembre 2024 21:00
Teatro Goldoni di Firenze | IT
nell’ambito di Fabbrica Europa 2024
In collaborazione con Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino
Si ringrazia Il Teatro delle Donne.
Al termine dello spettacolo, incontro con l’autore
invisibili di Aurélien Bory, prodotto dal Teatro Biondo di Palermo e dalla Compagnie 111, vincitore in Francia del prestigioso Prix de la Critique come miglior performance della stagione 2023-2024, arriva a Firenze come spettacolo inaugurale del Festival, con la sua straordinaria rappresentazione di un Mediterraneo antico e attuale.
Un omaggio a Palermo e alla Sicilia, crocevia di culture, in cui Bory, sulle orme di Pina Bausch, unisce teatro, danza e arte visiva di fronte a un affresco del XV secolo.
Per costruire la sua creazione il regista francese si è infatti ispirato al Trionfo della morte, oggi custodito nella Galleria di Palazzo Abatellis di Palermo e diventato nel corso dei secoli un simbolo della città, tanto per il soggetto quanto per il mistero che avvolge la sua realizzazione. L’autore infatti è sconosciuto, ma si è rappresentato su un lato, insieme al suo assistente. Entrambi rivolgono lo sguardo allo spettatore, un’innovazione assoluta nella storia della pittura, creando così una suggestiva mise en abîme.
Nell’opera, di sorprendente modernità, non si tratta solo della morte, raffigurata come un impressionante scheletro dal riso sardonico sul suo cavallo, intento a scoccare le sue frecce al centro di una moltitudine di corpi. Si tratta soprattutto della sua rappresentazione. Il pittore non ci ricorda forse che l’arte non esisterebbe senza la consapevolezza della morte? E che ricorriamo alle rappresentazioni per parlare di ciò che rimarrà per sempre sconosciuto?
Nel Trionfo della morte di Palermo, il pittore e il suo sguardo ci interrogano sull’arte e la sua funzione. E infatti, al di là di questa danza di colori piena di vita, di questo caos vorticoso da cui emergono numerosi riferimenti, dello humour palpabile che sprigiona, l’affresco si propone come una sorta di consolazione. La morte non risparmia nessuno, dai più devoti ai più potenti, nulla resiste alla morte perché se non ci fosse la morte, non ci sarebbe la vita.
Per invisibili ho immaginato un fondale che riproduce il Trionfo della morte nelle sue dimensioni reali, sei metri per sei, le dimensioni di un teatro. L’affresco rappresenta, sullo sfondo, la peste bubbonica, flagello della storia che ha duramente colpito la città di Palermo. Ma naturalmente ho posto l’affresco nel contesto attuale, che esprime i drammi della nostra epoca: le morti dei migranti, le malattie, le catastrofi naturali.
Sulla tela, oltre ai due pittori, sono rappresentati artisti, musicisti, danzatrici. Sono esattamente gli artisti che ho incontrato per primi a Palermo. Innanzitutto Gianni Gebbia, sassofonista di fama internazionale, che ha lavorato con grandi artisti, in particolare con Heiner Goebbels. Poi Chris Obehi, cantante nigeriano che ha iniziato la sua nuova vita a Palermo arricchendo il suo repertorio con canzoni in lingua siciliana. E infine le danzatrici, Valeria Zampardi, Blanca Lo Verde, Maria Stella Pitarresi, Arabella Scalisi. Con loro l’affresco al centro della scena si anima e, attraverso la loro danza, assume un’altra dimensione. Per gli artisti l’immagine costituisce uno spartito drammaturgico vertiginoso, un insieme di scene invisibili che possono essere rappresentate, se le si guarda ancora una volta prima che l’affresco si sgretoli e scompaia per sempre. – Aurélien Bory –