nell’ambito di Fabbrica Europa 2024
in collaborazione con Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino
“Batty Bwoy” è un espressione usata in Giamaica per indicare in modo dispregiativo le persone queer. In questo solo, realizzato in collaborazione con Karoline Bakken Lund, Veronica Bruce, Jassem Hindi e Ring van Mobius, il coregrafo Harald Beharie, norvegese di origini giamaicane, se ne riappropria, svelandone, in un gioco tra ingenuità e consapevolezza, la vulnerabilità.
Il lavoro trae ispirazione dai peggiori stereotipi, da preconcetti e fantasie legate ai corpi e alle identità queer, dai testi omofobi di alcune canzoni dance, dai film gialli italiani anni ’70, ma anche dalla resilienza delle comunità queer giamaicane e norvegesi che hanno preso parte al processo di creazione.
Batty Bwoy attraversa la porosità dei corpi e dei linguaggi, affronta e sfida le narrazioni sedimentate attorno alla paura del corpo queer, visto e percepito come una figura perversa, deviante, mostruosa.
Evoca un essere ambivalente che esiste sul confine di un corpo precario: è potenza liberata, è gioia e vibrante energia.
Harald Beharie è un coreografo norvegese di origine giamaicana che attraverso il movimento indaga modi alternativi di essere, danzare ed esistere, mettendo in discussione le nozioni di normatività.
Le sue pratiche coreografiche attraversano tematiche come l’ambiguità e l’illusione, la costruzione e la decostruzione, la speranza e l’incertezza, la vulnerabilità e l’intensità emotiva.
Nel tentativo di analizzare la narrazione comunemente legata al corpo, il suo lavoro dà origine a nuove letture che mettono al centro una deliberata ingenuità e una giocosità queer.
L’obiettivo della sua ricerca è quello di creare legami e di sviluppare idee con e all’interno della comunità.
Le sue creazioni sono state presentate in numerosi internazionali tra cui Impulstanz,(Vienna), Gessnerallee (Zurigo), Les Urbaines (Losanna), SPRING festival (Utrecht), Donau Festival (Krems), MDT (Stoccolma), Zodiak (Helsinki), Salmon Festival (Barcellona), Black Box Teater (Oslo), Stavanger Kunstmuseum, Oktoberdans BIT-teatergarasjen (Bergen), Dansens Hus (Oslo), Munch Museum (Oslo), Vigeland Museum (Oslo), Galleri Entrée (Bergen), Tou Scene (Stavanger), Kunstnerforbundet (Oslo), Øyafestivalen (Oslo), Trondheim Kunstmuseum.
coreografia e interpretazione: Harald Beharie
scenografia/scultura: Karoline Bakken Lund e Veronica Bruce
musica: Ring van Möbius
sound design: Jassem Hindi
sguardo esterno: Ines Belli e Hooman Sharifi
coproduzione: Dansens Hus e RAS
con il sostegno di Norwegian Art council, Fond for lyd og bilde, FFUK, Sandnes Kommune e Tou Scene
ringraziamenti: Tobias Leira e Ingeborg Staxrud Olerud
Il progetto ha vinto il Premio Hedda come miglior performance di Danza 2023 e ha ottenuto una nomination al Norwegian Critics Association Prize 2022.
foto: Julie Hrnčířová