SERBIA | SLOVENIA | BOSNIA | ROMANIA
Fabbrica Europa 2014
XXI edizione
Il Novecento dei Balcani è stato il tempo delle ripartenze. Ed è sintomatico che quel secolo breve – lì davanti all’Adriatico (una specie di lago
interno della nostra memoria storica) – sia cominciato e finito a Sarajevo: un colpo di pistola che si è trasformato in un lungo ciclo di drammatiche
guerre. Questo è stato il Novecento!
Il secolo delle ripartenze perché‚ dopo lo sparo di Sarajevo che fece rotolare il mondo nel primo conflitto globale, l’Occidente ha provato a
ricominciare da capo, finendo però – sempre – invischiato negli orrori, nei conflitti, nelle differenze non più componibili.
Fino all’ultima guerra, quella che ha spezzato l’illusione del socialismo irregolare e che molti hanno letto come l’atto finale della disgregazione
iniziata con la caduta dell’impero asburgico. E da lì siamo dovuti ripartire: dalla rovina sanguinosa delle illusioni: tanto quella
aristocratico/illuminata dell’Impero quanto quella popolare/burocratica di Tito. Ripartenze: ecco la parola chiave della lezione che oggi
ci arriva dalla ex-Jugoslavia.
Anche se nessuno ormai può dire di aver attraversato per intero un travaglio durato quasi un secolo, è indubitabile questo elemento
(l’obbligo di superare il novecentismo) è solidissimo nell’immaginario collettivo dei Balcani. Oltre tutto, si tratta di un vasto terreno di nazioni giovani,
per ciò stesso obbligate a costruire nuove identità basate su memorie lontane. Ecco la ragione della vitalità che da un decennio almeno
riconosciamo alla cultura balcanica. Tradizione e nuova creazione: per loro è quasi un obbligo! E in questa ennesima ripartenza il teatro gioca
un ruolo essenziale: conoscete qualcosa di più tradizionale e contemporaneamente di più aperto alla nuova creatività del teatro?
Conoscete qualcosa che con maggior forza del teatro si radica nelle coscienze comuni per costruire nuovi immaginari? No. Ecco perché a
guardare il teatro dei Balcani oggi, si finisce presto in un crocevia che dal “vecchio” Novecento riparte per il futuro. (Giorgio Ursini Ursic)
INCONTRO
Sab 10 maggio h 17:00 | Stazione Leopolda, Firenze
in collaborazione con Oxfam Italia
Balcani: passato e presente attraverso il teatro e la cooperazione internazionale
L’incontro vedrà gli interventi di Giorgio Ursini Uršič, critico teatrale che da tempo vive e lavora a Sarajevo, Sorinel Ghetau,
direttore di Oxfam Italia alla cooperazione internazionale nei Balcani, e Tomi Tomi Janezic, regista del Teatro Nazionale Serbo.
GLI SPETTACOLI
9 – 11 maggio | Stazione Leopolda, Firenze Teatro Nazionale Serbo IL GABBIANO prima nazionaleGli spettacoli teatrali possono essere brutti, belli, talvolta appassionanti, ma raramente diventano qualcosa che possiamo chiamare un’esperienza unica… Continua |
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10 – 11 maggio | Teatro Cantiere Florida, Firenze Slovensko Mladinsko Gledališče – Ljubljana MALEDETTO SIA IL TRADITORE DELLA SUA PATRIA! prima nazionaleQuesto lavoro del regista Oliver Frljic, attraverso un’inflazione della morte, tenta di enfatizzare un meccanismo teatrale che rimane sempre la rappresentazione di una realtà esterna… Continua |
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15 – 16 maggio | Teatro Cantiere Florida, Firenze Marius Manole / Alexander Balanescu / Felix Alexa DIARIO DI UN PAZZO prima nazionaleQuesta versione del Diario di un pazzo di Gogol firmata da Felix Alexa è uno spettacolo unico, in cui humour, dramma e follia si mescolano dando vita a mondi paralleli che finiscono per prendere il controllo della mente del protagonista… Continua |
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17 – 18 maggio | Stazione Leopolda, Firenze Kamerni Teatar ’55 Sarajevo LA NOTTE DI HELVERLa notte di Helver parla della nostra necessità di comprensione e amore, svelando le terribili verità sullo spirito umano che possono emergere nell’arco di una sola notte… Continua |