di Francesco Suriano
con Fulvio Cauteruccio e Flavia Pezzo
musiche originali eseguite dal vivo: Peppe Voltarelli
regia di Fulvio Cauterucci
Dopo quindici anni dal suo debutto Roccu viene eccezionalmente riproposto al Festival Orizzonti Verticali, in una versione site specific, come testimonianza di una creatività dirompente e feconda di una generazione di artisti, quella nata negli anni sessanta, che non sempre ha avuto lo spazio meritato. Proprio quest’anno Fulvio Cauteruccio è stato nominato nella terna finale del Premio Le Maschere del Teatro italiano come miglior attore non protagonista.
Roccu u Stortu è stato lo spettacolo rivelazione della stagione 2001-2002, rappresentato nei più importanti festival e teatri italiani, è stato trasmesso integralmente nel programma “Teatri Sonori” di Radio Tre Rai, ed è stato segnalato da Il Patalogo (edizione Ubulibri – 2001) nella sezione “22 spettacoli per un anno” tra le più significative produzioni in termini di qualità, originalità, impegno interpretativo e valori culturali. Registrato dall’Anfiteatro di Palmi per “Palcoscenico”, è andato in onda il 10 maggio 2003 su Rai 2. Nel 2015 premiato dalla giuria degli spettatori al Premio Internazionale “ Il Teatro Nudo” di Teresa Pomodoro di Milano.
Un dialetto calabrese urlato in canti arcaici e musica etno-rock che intreccia vortici di fisarmonica e tamburello, sono le trame sonore di Roccu u Stortu, storia vitale e rabbiosa di un soldato durante il primo conflitto mondiale. Ma Roccu è anche altro. È un bracciante che vive della raccolta d’olive, frutto che da sempre in Calabria gode di una sorta di rispetto religioso.
È uno storico che racconta, in perfetto italiano, una terribile cronaca della guerra, una infame e ben documentata epopea. È “u stortu”, infine, lo scemo del villaggio, l’uomo che ha subito un danno e che ha urgenza di parlare. Lo fa attraverso un lungo monologo interiore fitto di proverbi, filastrocche e canzoni. Il racconto di uno spirito libero che compone un violento attacco all’ordine militare in guerra, rigenerando al tempo stesso il dialetto in un idioma assolutamente contemporaneo per mantenere viva la memoria di una delle più grandi tragedie dell’umanità affinché le nuove generazioni non cadano nello stesso errore, e non dimentichino mai.
Roccu u Stortu incrocia l’esperienza di Francesco Suriano, autore del testo segnalato al Premio Riccione Teatro 1999, con l’abilità registico-attoriale di Fulvio Cauteruccio e con la sapienza musicale di Peppe Voltarelli. Tutti rigorosamente di origine calabrese.
Fulvio Cauteruccio vive a Firenze dove ha frequentato la “Bottega Teatrale” di Vittorio Gassman ed è stato membro della Compagnia Teatrale Krypton per oltre 20 anni. Ha diretto e interpretato Roccu u Stortu di Francesco Suriano rientrato nei “22 spettacoli dell’anno” giudicato in sede del premio Ubu dai maggiori critici del settore ed inoltre prodotto da “Palcoscenico” di RAI 2 nella sua versione televisiva. Ha interpretato Ubu Re di Jarry finalista agli “Olimpici del Teatro ” dell’ETI come migliore spettacolo dell’anno. Vanno ricordati inoltre Finale di Partita di Beckett, La Tempesta di Shakespeare, Nella Solitudine dei Campi di Cotone di Koltes, Uno, Nessuno e Centomila di Pirandello. Come autore ha scritto, diretto e interpretato Terroni d’Italia in occasione dei festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Nella stagione 2015/2016 è nel cast di Porcile di P.P. Pasolini, con la regia di Valerio Binasco, spettacolo con cui è candidato nella terna come Migliore Attore Non Protagonista al premio “Le Maschere del Teatro 2016” il prossimo 8 settembre, con diretta su Rai1, presso il Teatro Mercadante di Napoli. Per la Tv, ha lavorato tra il 2000/2001 a “Un posto al sole” , nel 2004 e nel 2010 “ La Squadra “ di RAI 3 mentre su Canale 5 è andato in onda con “L’uomo della carità” accanto a Giulio Scarpati. Nel film “Legami di sangue” ha interpretato uno dei personaggi principali accanto ad Arnoldo Foà.
Cantante di origini calabresi, autore di canzoni, attore, performer, Peppe Voltarelli è stato fondatore e frontman per quindici anni de Il Parto delle Nuvole Pesanti, band con cui ha realizzato sette dischi che hanno contribuito al rinnovamento della musica rock italiana degli anni ’90.
Ha partecipato a importanti eventi e rassegne, come il concerto del Primo Maggio a piazza San Giovanni Roma, il “Premio Tenco”, il “Premio Ciampi”, il “Premio Salvo Randone”. A gennaio 2006 è uscito dal gruppo Il Parto delle Nuvole Pesanti per intraprendere la carriera solista. Come primo progetto, ha realizzato e portato in scena un recital sulla vita di Domenico Modugno dal titolo “Voleva fare l’artista”, uno spettacolo che rileggeva il repertorio del cantante pugliese in chiave moderna, ora tenera, ora scanzonata. “Distratto ma però” è il suo primo album solista, una carrellata su storie di immigrati, un lavoro attento al sociale, che non taglia i ponti col passato e con il suo retroterra musicale e culturale, ma che, al tempo stesso, lascia finalmente libero sfogo a un’indole di crooner e di autore, sensibile ed evocativo, che non disdegna l’intrattenimento intelligente. Voltarelli si muove all’interno di un immaginario che spazia tra Rino Gaetano, Domenico Modugno e il teatro-canzone, senza dimenticare le radici meridionali da moderno cantastorie. Tante le collaborazione che può vantare, dai Negrita a Roy Paci, a Finaz, Sergio Cammariere e molti altri.
[foto: Stefano Ridolfi, dettaglio]