11 Maggio 2010 - 15 Maggio 2010 19:00
Institut français Firenze | IT
… eccoli con il mento sul petto,
con le spalle contro lo schienale,
con la bocca sopra un pezzetto
di pane unto, masticando male,
miseri e scuri come cani
su un boccone rubato: e gli sale
se ne guardi gli occhi, le mani,
sugli zigomi un pietoso rossore,
in cui nemica gli si scopre l’anima.
…
Tu ti perdi nel paradiso interiore,
e anche la tua pietà gli è nemica.
(Pier Paolo Pasolini, La terra di lavoro)
L’11 Settembre 2008, a Pando, nella giungla boliviana, si è consumato un massacro di contadini: 11 morti accertati, centinaia di feriti per armi da fuoco e decine di scomparsi, tra cui donne e bambini, a cui nessuno sinora nessuno ha dato nome, volto, storia.
Dei contadini boliviani importa poco o niente da questa parte del mondo.
Con questo lavoro non cerco di fare della controinformazione, mi occupo d’ altro, di quello che forse è racchiuso nella poesia di Pasolini.
Questa mia pietà che è loro nemica, e che ai più risulta indifferente, è per me il legame alla terra in cui ho vissuto vent’anni e da cui forse mi sto congedando.
Dietro il pietoso rossore in cui nemica gli si scopre l’ anima, sta l’umano che mi obbliga sempre a guardare le macerie delle guerre combattute altrove, che chiede il conto delle private tragedie consumate tra quattro mura, e che accomuna i derelitti ai quali sento ogni volta di più di appartenere.
Mi appartiene il dolore degli altri così come il mio dolore non appartiene a nessuno.
Da questa coscienza di assoluta inutilità nasce questo lavoro che indaga vicende, sogni, solitudini, storie ricostruite e reinventate di persone che soltanto il sonno pesante del benessere fa credere appartengano a un mondo distante, mentre sono semplicemente il rovescio della nostra medaglia.
César Brie