6 Luglio 2019 19:00
PARC Performing Arts Research Centre Firenze | IT
Al termine di un periodo di residenza negli spazi del PARC, la Compagnia Simona Bucci presenta un primo studio di Preludi e Fughe, spettacolo commissionato dallo Stresa Festival, con debutto il 30 agosto 2019.
Dmitri Shostakovich è una delle voci più ispirate e peculiari tra i compositori del Novecento. Ha dimostrato come sia possibile comporre musica di profonda originalità e indipendenza poetica, dosando sapientemente sarcasmo, ironia, beffa, in un clima spesso incantato e irreale.
I 24 Preludi e Fughe op. 87 (1950-51) sono l’opus magnum di Shostakovich e hanno lasciato un segno profondo nel repertorio pianistico del Novecento. Scritti in un linguaggio essenzialmente tradizionale, spesso derivato direttamente da esempi bachiani (in particolare dai 48 Preludi e Fughe del Clavicembalo ben temperato), suonano ancor oggi estremamente moderni. I contenuti emotivi si basano non tanto su idee musicali intrinseche, quanto soprattutto su riferimenti “metamusicali”, ossia su stilemi e modelli preesistenti che il pianoforte è perfettamente in grado di far riemergere alla memoria dell’ascoltatore.
Questo meccanismo consente a Shostakovich di adottare una complessa simbologia, spesso legata a mondi arcani ed esoterici, per rendere atmosfere di grande intensità, in cui confluiscono il grottesco e il tragico, il misticismo e lo sberleffo.
[Roberto Prosseda]
We did not come to remain whole.
We came to lose our leaves like the trees, Trees that s_art again,
Drawing up from the great roots.
[Robert Bly]
Le atmosfere dalla musica di Shostakovich evocano luoghi dell’essere, stati di ombra, aneliti, ma anche giochi, leggerezza e sogno. Panorami emotivi, tessiture e tasselli di una unità della molteplicità. Sette presenze maschili condividono con la musica uno spazio e un tempo, nel costante inarrestabile mutamento del divenire. Testimoni di frammenti di realtà distillati dall’esperienza e natura individuale. I gesti trovano identità e definizione dall’osservazione e dall’analisi delle forme originarie delle esperienze del singolo e della collettività. Identità affermate ma pronte a negarsi in favore del cambiamento, ponendosi pensieri e coltivando i dubbi più che le certezze.
[Simona Bucci]