20 Giugno 2019 19:00
PARC Performing Arts Research Centre Firenze | IT
Versione in Solo di Verklärte Nacht (Notte trasfigurata) di Arnold Schönberg
L’intuizione primaria di questo solo ricerca il rapporto più prossimo tra danza e musica, emancipando le potenzialità espressive del corpo, l’eleganza del gesto, la reversibilità che intercorre nello spazio tra impulso e decisione, tra determinazione e imprevisto in cui l’umano si esperisce come puro potenziale.
Verklarte Nacht nella versione del 1943 per orchestra d’archi nell’esecuzione di Von Karajan con la filarmonica di Berlino, è l’incipit per articolare una danza viscerale, in cui è l’istinto del corpo nell’ascolto musicale a prevalere sul concetto, a disegnare l’immagine dinamica del gesto artistico.
È la partitura di Schönberg, che lo stesso autore nel 1950 definisce come musica pura, composta come un poema sinfonico con 7 tempi principali (grave, animato, poco allegro, grave, adagio, più mosso, moderato, adagio) a contenere il piano drammaturgico, a condurre l’interiorità, a far vibrare l’impersonale della danza di un corpo che si dà alla musica.
È un incedere lento, inesorabile, l’incedere di un presente indicativo dove l’attimo non è che il sembiante di un tempo più vasto, il carattere antico di un eterno ritorno affinché una rottura dei limiti dell’immaginario e dell’immaginazione stessa possa essere possibile.
La danza è un passo a due con un robot, un automata che fa il suo percorso e va a intrecciarsi con quello dell’artista. La sua presenza apre uno scenario sull’imponderabile, su tutto quello che si interpone tra corpo e spazio e può cambiare e ridisegnare le coordinate.
Ed è proprio ancora Schönberg a darci la chiave di lettura migliore di questa scommessa: When the form is in place everything within it can be pure feeling.