Davide Bombana / Balletto di Roma

ARCAICO

12 Dicembre 2018 20:00

Istituto Italiano di Cultura di Budapest | HU


In uno spazio vuoto, se non fosse per la presenza di un pianoforte e di alcuni strumenti percussivi adagiati al suolo, e in un tempo percepito fin da subito come denso, i danzatori del Balletto di Roma incontrano l’energica musica di Katia Pesti e l’affascinante voce del cantante africano Gabin Dabiré. Il movimento dei corpi emersi da un cono d’ombra attraversa il tessuto sonoro originando una danza solenne, che rimanda al rito come simbolo d’inizio e insieme di transitorietà.

Tra melodie sotterranee, rapidi istanti di abbandono e sensualità, momenti che mescolano armonia e irruenza, musica, danza e canto conducono verso luoghi ancestrali e misteriosi. La forte vitalità che ne risulta è costantemente nutrita dall’eterogeneità del gruppo e dalla mescolanza dei generi, che si scambiano a vicenda ricchezze e risonanze.

Questo spettacolo, con le coreografie di Davide Bombana, assaggia mondi lontani e dona allo spettatore suggestioni intrise di atmosfere esotiche. Una presenza fisica e sonora importante, quella dei danzatori e dei musicisti presenti in scena, che s’incontrano e “scontrano” dando vita ad un microcosmo fatto di ritmi, colori e segni insoliti.
Metafora di un’apertura culturale ormai vacillante, Arcaico svela la fascinazione per un’indefinita origine, un’utopica, profonda, ancestrale armonia. È un lavoro che vuole forse servire da antidoto e protesta contro la crescente intolleranza, incomunicabilità e profonda paura alla base dei rapporti umani: un monito a ritrovare una dimenticata, ma forse non ancora perduta, apertura e accettazione dell’altro.

 

Nato a Milano, Davide Bombana studia alla scuola di Ballo del Teatro alla Scala, diventando in seguito solista e poi primo ballerino della compagnia del Teatro alla Scala. La sua carriera di primo ballerino prosegue presso il Pennsylvania Ballet, lo Scottish Ballet, il London Festival Ballet e il Bayerische Staatsballett di Monaco. Come coreografo crea diversi balletti per il Bayerische Staatsballett vincendo premi prestigiosi come il “Bayerischer Theaterpreis” a Monaco di Baviera e il “Benois de la danse” a Mosca. Nel 1998 diventa direttore della compagnia fiorentina Maggio Danza. Nel 2004 vince il premio “Danza & Danza” come “Coreografo italiano nel mondo” e nel 2012 il suo balletto Medea vince il premio “Danza & Danza” come “Miglior Produzione Italiana 2011”. Nel giugno 2014 riceve il 49mo premio internazionale “Premio Le Muse” (musa Tersicore) per la danza a Palazzo Vecchio a Firenze. Cura le coreografie delle parti danzate del Concerto di Capodanno dei Wiener Philharmoniker (trasmesso in mondovisione) del 2012, 2015 e 2018, diretti rispettivamente da Mariss Jansons, Zubin Metha e Riccardo Muti, eseguite dai primi ballerini del Balletto dell’Opera di Stato di Vienna. In occasione dell’inaugurazione del nuovo Teatro dell’Opera di Firenze crea il balletto La Valse su musiche di Maurice Ravel, sul podio il Maestro Zubin Metha. Nell’inverno del 2015 va in scena la sua nuova interpretazione di Romeo e Giulietta di Prokofiev, che ha vinto il premio “Danza&Danza” come miglior produzione italiana 2015. Lo spettacolo è da allora in tournée con grande successo in tutta Italia. Per il Balletto di Stato di Vienna crea nel dicembre 2017 la sua seconda interpretazione del capolavoro di Shakespeare Romeo e Giulietta, questa volta sulla celebre “Symphonie Dramatique” di Hector Berlioz.
Katia Pesti si diploma in pianoforte presso il Conservatorio Francesco Cilea di Reggio Calabria e frequenta il corso di perfezionamento pianistico presso l’Accademia Chigiana di Siena con Guido Agosti. Si diploma in seguito in Musicoterapia presso il CEP di Assisi e in Danzaterapia presso la Scuola Civica di Milano con Maria Fux, studio che prosegue a Firenze presso il Centro Danza e Movimento di Lilia Bertelli. Intraprende anche studi di musica elettronica con il compositore Alessandro Cipriani presso l’Istituto di musica Bellini di Catania. Si appassiona alla musica asiatica e in Indonesia studia il Gamelan Balinese, per poi frequentare in Italia i corsi di strumenti a percussione, tenuti dal direttore dei Percussionisti di Strasburgo M° C. Hamouy e i seminari condotti dal M° Ben Omar. Gli esiti di questo percorso la portano a sperimentare la possibilità di suonare contemporaneamente pianoforte e percussioni, ideando così un sistema compositivo del tutto personale, in cui elementi del linguaggio classico si fondono con sonorità panetniche, grazie a incastri minimalisti, arricchiti dalle timbriche delle percussioni, che spaziano dall’uso dei caratteristici Reyong Balinesi, a Gong e Tamburi. Negli anni ’90 inizia la sua attività di compositrice affiancando, al repertorio di musica classica, esperienze di musica etnica e sperimentale. Nel 2013 è finalista del Concorso “Franz Liszt” per pianisti compositori Festival di Bellagio e del Lago di Como-Centro di musica Contemporanea di Milano.
Gabin Dabiré nasce a Bobo-Dioulasso nel Burkina Faso. Dopo alcune esperienza nel proprio paese, viaggia per l’Europa incrementando una serie di esperienze musicali. Nel 1975 si stabilisce in Danimarca ed entra in contatto con la musica sperimentale europea e poi con la musica orientale che lo porterà a lunghe permanenze in India, dove ha modo di conoscere le musiche religiose, classiche ed etniche di queste paese, rapportandosi con grandi maestri di Sitar Sarod e di Tablas. Rientrato in Europa, approfondisce lo studio delle percussioni africane e asiatiche, i cordofoni, il canto e la composizione. Con alcuni artisti milanesi crea il gruppo multimediale “Correnti Magnetiche” suoni e immagini dai primitivi all’elettronica con i quali produce “Futuro antico I e II”, “Les Balafons de Haute Volta”, “Les musiques de Haute Volta”, “Afganistan”. Negli stessi anni, con la sua formazione Yelbuna (Le Sorgenti) si esibisce in tutta Europa, catalizzando una grande attenzione da parte della stampa e del pubblico. In Italia  importante è il suo impegno per la diffusione della cultura africana: nel 1984 fonda a Milano, con la collaborazione di Elena Albini Trissino dal Vello d’Oro, il “Centro di Promozione e Diffusione della Cultura Africana”, patrocinato dall’Unesco, per lo sviluppo della letteratura, del cinema, del teatro, della danza e della musica. Dopo aver dato vita alle più importanti manifestazioni che ancora oggi a Milano parlano di Africa, decide di dedicarsi in via esclusiva alla sua musica e nel 1987 si trasferisce in Toscana. Personaggio eclettico e polistrumentista passa dai cordofoni, alle percussioni, agli strumenti etnici.

 

coreografia: Davide Bombana
interpreti: Paolo Barbonaglia, Roberta De Simone, Monika Lepisto, Eleonora Pifferi, Simone Zannini
musiche originali composte ed eseguite dal vivo da Katia Pesti (pianoforte, reyong, gong, angklung, bendir, tamburo, campane tibetane, piastra sonora, contrabasso, hapy drum)
voce di Gabin Dabiré (talking drum, kalimba, sonagli africani)
light design: Emanuele De Maria
produzione Balletto di Roma (direzione artistica: Francesca Magnini) in coproduzione con Fabbrica Europa

 

[foto: Marco Caselli Nirmal, dettaglio]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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