Una riflessione sul processo di oggettivazione del corpo femminile e sulle dinamiche di potere spesso associate al mercato del sesso attraverso la figura che da sempre incarna gli stereotipi di genere, la sexworker.
Dal punto di vista coreografico, la ricerca sul movimento ha trovato espressione nell’individuazione di qualità che potessero rappresentare metaforicamente il processo di oggettivazione del corpo femminile.
A partire da posture e movimenti capaci di innescare il desiderio nell’immaginario collettivo, le tre danzatrici costruiscono una danza minimale, un alfabeto stilizzato, rallentato, sospeso. La componente sensuale ed erotica viene completamente annullata da un corpo che man mano perde vita, si fa oggetto, manichino. Il processo di oggettivazione è acuito da una voce fuori campo che attraverso comandi impartiti alle danzatrici modella in tempo reale la struttura della performance.
L’apparente rapporto di dominio è di fatto una relazione molto più articolata, ambivalente, così come ambivalente è la relazione cliente-sexworker. “Non c’è un’unica fonte di potere nella prostituzione, questa può essere ottenuta e mantenuta dal cliente o dalla prostituta”.
La dialettica di assoggettamento e soggettivazione è sottile, mobile. Lo sguardo delle danzatrici riporta a una dimensione intima, di una performance one to one in cui il pubblico viene posto in uno stato quasi voyeuristico. Lo sguardo della spogliarellista, della hooker, che solitamente si protende verso l’esterno per rivolgersi e irretire il cliente nell’idea di realizzare un guadagno monetario, in Party Girl si connota di una sfumatura intimista e apre le porte verso un mondo interiore, umano, che si contrappone all’apparente disumanizzazione che il corpo sta subendo.
In scena tre televisori: reperti abbandonati che trasmettono video di paesaggi, strade, night club, appartamenti privati, luoghi di frontiera in cui tutto ciò che non è ‘lecito’ può trovare spazio.
Francesco Marilungo, dopo la laurea in ingegneria termomeccanica e un periodo di ricerca in aerodinamica aerospaziale, ha rivolto il suo interesse alle arti performative, frequentando l’atelier di teatro danza della Scuola Paolo Grassi di Milano. Mentre lavora come performer per diverse compagnie italiane, inizia un suo personale percorso coreografico alla ricerca di un codice che metta in relazione la performance art e la danza contemporanea. Spinto dalla precisione della RTC (Real Time Composition), concentra la sua ricerca sulla creazione di atmosfere risultanti dalla combinazione di immagini strutturate su più livelli di rappresentazione. Come diretta conseguenza della sua formazione scientifica, le sue opere hanno una struttura matematica cartesiana. Nelle sue creazioni usa il corpo per indagare gli archetipi della nostra cultura con particolare attenzione al perturbante, a tutto ciò che è connesso al desiderio proibito.
regia e coreografia: Francesco Marilungo
con Agnese Gabrielli, Roberta Racis, Barbara Novati
luci e spazio: Gianni Staropoli
video: Gianmaria Borzillo, Francesco Marilungo
costumi Efisio Marras
produzione: Körper
in coproduzione con Teatro delle Moire/Danae Festival, Festival MilanOltre
in collaborazione con Amat e Comune di Pesaro nell’ambito di “Residenze Marche Spettacolo”, promosso da Mibact, Regione Marche e Consorzio Marche Spettacolo
con il sostegno di Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’Arboreto – Teatro Dimora |La Corte Ospitale); Teatro Petrella di Longiano; Centro di Residenza della Toscana (Armunia Castiglioncello – Capo Trave / Kilowatt Sansepolcro)
con il contributo di Teatro Pubblico Pugliese – Consorzio Regionale per le arti e la cultura / Compagnia Menhir e Comune di Ruvo di Puglia / Talos Festival
con il supporto di Did Studio / Nao Performing Festival, Anghiari Dance Hub, ResiDance XL – luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche, azione della Rete Anticorpi XL – Network Giovane Danza D’autore coordinata da L’Arboreto -Teatro Dimora di Mondaino
con il contributo di MiC – Ministero della Cultura e Regione Campania
Spettacolo selezionato per la NID Platform 2021
Progetto vincitore del Premio Prospettiva
[foto: Luca Del Pia]