3 Maggio 2011 - 4 Maggio 2011 21:00
Un gatto ha nove vite.
Loro ne hanno di più.
E passano l’ultima al sicuro in un ghetto.
Chi riesce a penetrarvi vedrà tirar fuori le unghie,
sentirà grugnire e sibilare.
E quando il ghetto è demolito, tutte le vite sembrano essersi esaurite.
Il viaggio verso l’ignoto è fulminante.
Perché anche la pelle ha una memoria.
Ispirata dall’intenso film “Yo soi así” di Sonia Herman Dolz, in cui la chiusura di un cabaret di travestiti di Barcellona diventa il punto di partenza per un viaggio nella vita privata di un gruppo di attempate artiste, l’attrice Vanessa Van Durme ha riunito una serie di amici transessuali e travestiti e ha coinvolto i due registi Alain Platel e Frank Van Laecke e il compositore Steven Prengels in questo progetto assolutamente unico.
Perché Gardenia non è un’opera di finzione. E’ una testimonianza eccezionale, è il più intimo dei racconti.
Gardenia entra nel profondo della turbolenta esistenza di nove persone fuori dal comune. Sette personaggi più anziani che sembrano muoversi senza sforzo nella zona d’ombra tra mascolinità e femminilità. In contrasto e in armonia con un “giovane” e una “vera donna”. Ciascuno con una richiesta. Ciascuno con la sua accattivante storia. A tratti divertente, a tratti sorprendente. A tratti straziante, a tratti esilarante.
Ciascuno con una valigia piena di aspirazioni. Spesso inaccessibili o già perdute. Talvolta toccanti. Quasi sempre inusuali. Nella loro mente, i suoni del passato. Nel loro sguardo l’incertezza del domani, ma anche una buona dose di speranza.
Nove persone, così speciali che viene voglia di conoscerle.
Che viene voglia di abbracciarle
Ciò che le lega, sono i profondi graffi che segnano la loro anima.
Ciò che le spinge, è un’inimmaginabile volontà di sopravvivere.
Nella speranza che ciò accadrà. Attraverso la trasformazione. Oppure no.
Pur sapendo che il prezzo da pagare è veramente alto.
[photos Luk Monsaert 2010]