Con questo lavoro ideato per Elisabeth Schwartz Jérôme Bel prosegue il suo progetto pluriennale di ritratti di danzatori e danzatrici celebri, concentrandosi sulla figura di Isadora Duncan, di cui la stessa Schwartz è studiosa ed esperta.
A differenza di Véronique Doisneau, Cédric Andrieux e Pichet Klunchun and myself, il coreografo francese questa volta disegna il ritratto di una coreografa non più vivente, basandosi sulla sua opera autobiografica, Ma Vie [La mia vita], uscita nel 1928. Sotto il personaggio romanzesco dipinto in Ma vie Bel scopre una coreografa visionaria che, attraverso la sua grande libertà di espressione e privilegiando la spontaneità e la naturalezza, ha gettato le basi della danza moderna, a sua volta all’origine della danza contemporanea.
Unendo registri diversi, momenti parlati e assoli danzati, Isadora Duncan fa rivivere la memoria della danza libera, associando il sapere coreografico all’esperienza dello spettacolo. Messo in relazione con le riflessioni di Jérôme Bel sulla danza come strumento di emancipazione, l’insegnamento di Isadora Duncan che qui viene evocato permette di affermare l’attualità del suo potenziale critico.
Nei suoi primi lavori (nom donné par l’auteur, Jérôme Bel, Shirtologie) Jérôme Bel (Montpellier, 1964) applica operazioni strutturaliste alla danza per isolare gli elementi primari dello spettacolo teatrale. La neutralizzazione dei criteri formali e la presa di distanza dal linguaggio coreografico lo portano a ridurre i suoi pezzi al minimo operativo per meglio far emergere una lettura critica dell’economia della scena, oltre che del corpo che vi si produce.
Il suo interesse si sposta poi dalla danza come pratica scenica alla questione dell’interprete come individuo. La serie di ritratti di danzatori e danzatrici affronta la danza attraverso la storia di chi la fa, evidenziando la parola all’interno di un dispositivo coreografico e mettendo in luce il tema della singolarità in scena. La critica formale e istituzionale assume qui la forma di una decostruzione attraverso il discorso, in un gesto sovversivo che radicalizza il suo rapporto con la coreografia.
Facendo ricorso alla sua biografia, Jérôme Bel politicizza le sue domande, attento alla crisi del soggetto nella società contemporanea e alle modalità della sua rappresentazione in scena. Ancora solo abbozzati in The show must go on (2001), a partire Disabled Theatre (2012) e Gala (2015) alimenta interrogativi su quale teatro possa affermarsi politicamente. Aprendo la scena a interpreti non tradizionali (dilettanti, disabili fisici e psichici, bambini ecc.), privilegia la comunità delle differenze rispetto al gruppo strutturato, il desiderio di danzare rispetto alla coreografia, per dar vita a un’emancipazione espressa attraverso l’arte.
Dal 2019, per motivi ecologici, Bel ha scelto di non usare più l’aereo per gli spostamenti della sua compagnia ed è con questo paradigma che ha creato e prodotto i suoi ultimi spettacoli (Xiao Ke, Laura Pante, Danses pour Wu-Kang Chen…).
Invitato dai più importanti festival e teatri, la sua ricerca performativa è stata al centro di esposizioni e rassegne presso istituzioni, musei di arte contemporanea e biennali di tutto il mondo, tra cui la Yokohama Triennale, il MoMA di New York, Documenta di Kassel, la Tate Modern di Londra, il Centre Pompidou di Parigi, la Biennale di Tirana, la Biennale di Porto Alegre, il Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, il MABA di Buenos Aires, la Biennale Performa di New York, il museo di arte contemporanea Museu Coleçao Berardo di Lisbona.
Nel 2005 ha vinto un Bessie Award per The show must go on e tre anni dopo gli è stato conferito dalla Fondation Européenne de la Culture il Prix Routes Princesse Margriet per la Diversità Culturale per Pichet Klunchun and myself. Con Disabled Theater ha ottenuto il Prix Suisse de danse “création actuelle de danse”. Nel 2021, insieme al coreografo Wu-Kang Chen, ha ricevuto il Taishin Performing Arts Award (Taiwan) per Danses pour Wu-Kang Chen.
Jérôme Bel è artista associato al Quartz – scène nationale de Brest e al Centre national de la danse (Pantin).
concept: Jérôme Bel
coreografia: Isadora Duncan
con Elisabeth Schwartz e Chiara Gallerani
produzione: R.B. Jérôme Bel
coproduzione: La Commune centre dramatique national d’Aubervilliers, Les Spectacles Vivants – Centre Georges Pompidou (Paris), Festival d’Automne à Paris, R.B. Jérôme Bel (Paris), Tanz im August/ HAU Hebbel am Ufer (Berlin), BIT Teatergarasjen (Bergen)
con il supporto di CND Centre National de la Danse (Pantin) nel quadro del programma di residenza, MC93 (Bobigny) e Ménagerie de Verre (Paris) nel quadro di Studiolab, per aver messo a disposizione i loro spazi per le prove
R.B. Jérôme Bel è sostenuta dalla Direction régionale des affaires culturelles d’Île-de-France – Ministère de la Culture.
A Fabbrica Europa Isadora Duncan è realizzato con il supporto della Fondazione Nuovi Mecenati – Fondazione franco-italiana di sostegno alla creazione contemporanea.
foto: Véronique Ellena