13 Maggio 2009 21:15
Teatro Studio Mila Pieralli Scandicci | IT
Giancarlo Cauteruccio realizza un primo studio scenico sul bellissimo testo Il ponte di pietra e la pelle d’immagini dello scrittore canadese Daniel Danis, autore al quale lo accomuna la passione per un teatro di poesia e per il lavoro creativo sulla luce. Infatti, Danis e Cauteruccio, oltre al teatro sono affascinati dalla creazione artistica attraverso la sperimentazione artistica attraverso l’utilizzo di sistemi illuminotecnici. I due giovanissimi protagonisti coinvolti nella pièce, Mung e Momo, interpretati dagli altrettanto giovani Giuseppe Insalaco e Romana Rocchino, alla loro prima vera esperienza d’attori, si abbandonano nella scena con la stessa leggerezza adolescenziale sulla quale l’autore ha creato il suo testo.
Con Daniel Danis appaiono in scena archetipi dell’infanzia e dell’innocenza irraggiungibile che raccontano con semplicità solo apparente tutto il dolore di vivere, e la dolcezza che si cela nel dolore. È questo il filo attraverso il quale leggere l’esistenza dei suoi personaggi, quasi sempre bambini, che devono subire continue prove per liberarsi dall’universo punitivo rappresentato da ciò che sfugge al loro controllo: l’Ordine e la Legge. La salvezza è possibile a condizione che vengano riconosciuti i valori che, soli, sono in grado di aprire l’angusta sfera d’azione concessa ai minuscoli eroi della modernità. Non è un caso che l’amicizia occupi un ruolo centrale: può essere fonte di vita o di morte, ma si presenta sempre come slancio profondo di ogni azione, centro attorno al quale costruire la trama della propria vita.
Infatti le esistenze di tutti i personaggi di Danis, benché divise fra violenza, paura e fantasia, sono tenute insieme da una forma moderna di spiritualità: come una sorta di fede nel sogno intimo di ciascuno, realizzabile solo attraverso un volere incondizionato e fermo. Impossibile costringere le sue creature nei confini del bisogno e del dovere perché vivono tutte una vita altra, segreta e ricca di visioni, una vita dominata da un’idea che contiene la forza del progetto rigenerante. Il nuovo inizio, la rinascita, assume così un potere catartico e motiva il corso dell’esistenza dei personaggi.