20 Maggio 2010 - 21 Maggio 2010 21:00
Teatro Studio Mila Pieralli Scandicci | IT
Dal progetto Overlapping discrete boundaries
Nell’epoca delle città diffuse, dell’iper-produzione delle immagini e dei new-media appare necessario un ragionamento sul concetto di tempo, una riflessione sull’idea di memoria che si configura sempre più chiaramente come il difficile spazio entro cui costruire emozioni e verificare nessi e ipotesi sulle differenti strategie relazionali.
Questi fattori confluiscono in una dimensione, quella dell’archivio progressivo, che sempre più sposta la sua dimensione fisica verso quella di un flusso temporale frammentato in più luoghi, così come molti tempi e molti luoghi costituiscono ormai le nostre vite multi-dimensionali composte sì di luoghi fisici ma sempre più proiettate verso spazi virtuali in continua ridefinizione. La geografia dei corpi necessità di una nuova mappatura che sia dunque consapevole e ricettiva rispetto a questi continui cambiamenti che alimentano la nostra vita. Dalle periferie urbane, ai paesaggi rurali, alle megalopoli asiatiche la realtà esplorata viene ridisegnata dalle suggestioni di nuovi confini e nuovi modi di relazionarsi allo spazio.
Nasce così la geografia emozionale: una mappatura dei luoghi di cui si fa esperienza, una geografia che coinvolge la sensibilità ma che agisce attraverso i tempi di una ricerca condotta con cura. È questo il senso che emerge dalla ricerca di Alessandro Carboni che della geo-politica culturale è diventato un attento osservatore e interprete.
Lâu Nay nasce dopo l’ultimo viaggio di Carboni in alcune megapoli del sud est asiatico. Durante questo tempo di perlustrazione/azione, Carboni ha raccolto le energie e le tensioni della città attraverso pratiche di esplorazione urbana sperimentali utilizzando il proprio corpo come strumento di analisi dello spazio. Al suo rientro in Europa, durante le successive residenze creative, ha elaborato Lâu Nay, una coreografia per un solo danzatore, basata sulla ricostruzione di una “geografia” mentale di luoghi, percezioni e frammenti mnemonici del suo viaggio nel sud-est Asiatico.
Le continue connessioni tra cervello e corpo, tra sinergie ed empatie tra capacità cognitive e traslazioni fisiche, offrono la possibilità di esplorare con facilità le connessioni cinestetiche tra il mentale e il fisico, tra il cervello e il corpo, tra l’immaginario e il reale, ovvero quello che comunemente le scienze cognitive indagano. In Lâu Nay, la coreografia diviene strumento per indagare, codificare e studiare i processi cognitivi, percettivi e mnemonici. Il corpo del danzatore diventa il territorio in cui proiettare e traslare gli spazi da reali a metaforici e psichici.