13 Novembre 2022 21:00
Teatro Goldoni di Livorno | IT
Siamo grumi di atomi che momentaneamente si sono organizzati per essere qui ma che poi torneranno a fare quello che hanno sempre fatto, ad essere parte integrante, sebbene infinitesimale, dell’Universo.
Forse là fuori c’è una persona che vi piace più di tutte le altre, forse un protone della vostra pelle si trovava proprio accanto al protone della sua pelle quando l’universo era piccolo come un acino d’uva.
Forse quei due protoni sono stati separati per 13,8 miliardi di anni per incontrarsi la volta che vi siete abbracciati.
Filippo Bonaventura, astrofisico e divulgatore scientifico
Esplorare il limite. Non fermarsi a ciò che è noto o appare tale. Andare oltre.
Dal fortunato incontro avvenuto con il progetto Perpendicolare prende vita L’universo nella testa, creazione che sviluppa ulteriormente l’indagine tra linguaggi performativi, lavorando sui movimenti del coreografo e danzatore Daniele Ninarello e i brani della cantautrice Cristina Donà insieme al compositore e artista visivo Saverio Lanza che ne ha tessuto l’imbastitura sonora dando al tutto organicità.
“L’universo nella testa – spiega il coreografo – nasce rielaborando residui impigliati nel cuore dopo la nostra prima creazione Perpendicolare. Questo lavoro mescola brani nuovi e di repertorio, scores e costellazioni coreografiche”.
Il senso di gravità della danza fa da corpo motore, disegnando nello spazio scenico, attraverso i movimenti, rotazioni del corpo che creano un amalgama di cellule ritmiche verso un ondeggiare perpetuo del flusso creativo.
Le canzoni più affascinanti di Cristina Donà – da “Universo” a “Il senso delle cose” fino a “Triathlon” e “Settembre”, insieme a innesti evocativi quali “Across The Universe” dei Beatles – danno al tutto il sapore di una costellazione originale in cui perdersi, osservare e ritrovarsi in un continuo rapporto tra l’infinito del cosmo e l’essere umano.
Le note delle composizioni risplendono nella danza e si riflettono in un equilibrio perfetto e vitale tra il registro intimo e l’emotività catartica del rock.