nell’ambito del festival Fabbrica Europa 2025
Una live performance narrativa e coinvolgente.
Automatic Popular Music è l’ultimo album di Nicola Ratti. L’aggettivo “popular” è in questo caso il risultato dell’altro aggettivo, “automatic”, dal momento che è stato affidato alla macchina il compito di generare i pattern melodici e le strutture armoniche dei brani del disco.
All’interno del racconto ci sono due persone in una stanza. Si danno le spalle. L’una suona un pianoforte, l’altra, invece, batte le mani sulle sue gambe. Non si vedono, non si guardano mai, possono solo ascoltarsi, guardarsi intorno.
Nicola Ratti è un musicista e sound designer attivo da anni in diversi ambiti sperimentali.
Artista poliedrico, la sua produzione sonora crea sistemi che prendono forma dalla ripetizione e dalla dilatazione attraverso perfomance, concerti o installazioni sonore, con particolare attenzione alla costruzione di ambienti che gravitano in relazione allo spazio e all’architettura che abitiamo e mettendo in bilico gli orientamenti emotivi e percettivi ai quali siamo abituati.
Nato a Milano nel 1978, si è esibito in solo o in altre formazioni in Europa, Nord America, Russia e Giappone e i suoi album sono stati pubblicati da diverse etichette internazionali. Come musicista ha all’attivo progetti collaborativi quali Bellows con Giuseppe Ielasi, NR/MA com Masato Egashira, What We Do When in Silence con Alessandra Novaga ed Enrico Malatesta, Superpaesaggio con Enrico Malatesta e Attila Faravelli.
Come compositore e sound designer le sue opere attraversano ambiti diversi partendo dal teatro, come principale contesto, al cinema, passando per le arti performative, le opere radiofoniche e la sound-art in contesti internazionali quali festival di teatro, biennali e musei.
Da anni cura e organizza eventi che hanno come focus il rapporto tra suono, spazio e corpo.
È membro e co-fondatore di Standards, centro culturale attivo a Milano tra il 2015 e 2022 e ora di LL Edizioni, piattaforma di creazione e organizzazione di eventi e produzioni culturali.
foto: Luca Del Pia, dettaglio