Self Unfinished (1998)

Xavier Le Roy

14 Maggio 2014 19:00

CANGO Cantieri Goldonetta di Firenze | IT


Replica:
15 maggio 2014 19:00

 

Uno spazio con un tavolo, una sedia, un maxi stereo, il tutto illuminato da 36 neon. Se i lavori precedenti erano basati su un corpo destrutturato per creare movimenti specifici associati alle rappresentazioni che così si producevano, in Self Unfinished il corpo è considerato come un tutto che si trasforma in una moltitudine di rappresentazioni in divenire e si interroga sul concetto di “informe”.
Il movimento di trasformazione continua del danzatore dentro a un dispositivo in cui niente è nascosto, o dove tutto è sovraesposto, offre allo spettatore la possibilità di assistere alle illusioni prodotte dall’alternarsi di apparizioni e sparizioni, le cui cause ed effetti sono percepiti come l’interazione tra i movimenti del danzatore e gli sguardi dello spettatore.
Questo lavoro è stato creato in assoluta solitudine per mettere in discussione i metodi di produzione coreografica tradizionali. Di solito questi meccanismi fanno appello ad altri danzatori, a un disegnatore luci, a un compositore, a un costumista, a uno scenografo, che in qualche modo influenzano quel tipo di collaborazione dalla quale volevo emanciparmi.
Xavier Le Roy

“Con Self Unfinished Xavier Le Roy propone un solo spogliato di tutto, in cui il corpo abbandona la sua forma umana […]. Kafkiano, beckettiano, il lavoro è costruito minuziosamente, persino nei suoi “incidenti”, come può essere una caduta. Sul palco non c’è nulla, tranne uno stereo muto, un tavolo e una sedia che sottolineano il vuoto. E lì, sotto la luce fissa dei neon, un danzatore è alle prese con se stesso, mutante, come se volesse lasciare il suo involucro carnale. Oltre al piacere intellettuale […] si rimane affascinati da quello che propone Xavier Le Roy, al tempo stesso uomo-tronco, uomo-donna, uomo con una gamba sola.” (Marie-Christine Vernay, Libération)

 

Dopo studi di biologia molecolare all’Università di Montpellier, nel 1991 Xavier Le Roy ha iniziato a lavorare nel campo della danza come interprete per diversi coreografi e compagnie. Dal 1996 al 2003 è stato artista residente al Podewil di Berlino e tra il 2007 e il 2008 è stato artista associato al Centre National Chorégraphique di Montpellier. Nel 2010 è stato in residenza al MIT (Massachusetts Institute of Technology) nell’ambito del programma Art Culture and Technology (Cambridge, USA). Nel 2012 ha inziato una residenza triennale al Théâtre de la Cité Internationale di Parigi. Dal 1994 ha si è occupato in particolare della forma del solo, creando pezzi come Self Unfinished (1998), Produit de Circonstances (1999), Giszelle (2001) in collaborazione con Eszter Salamon, Le Sacre du Printemps (2007) e Produit d’autres circonstances (2009). In parallelo si è dedicato anche i progetti di indagine sulle modalità di produzione e collaborazione insiti al lavoro di gruppo: E.X.T.E.N.S.I.O.N.S. (1999-2000), Project (2003) e 6 Mois 1 Lieu (2008). Nelle sue creazioni più recenti ha esplorato temi come la relazione tra spettatore e performer (come in low pieces del 2011) o il rapporto con lo spazio, con lavori concepiti espressamente per luoghi espostivi come production (2010-2011) e rétrospective per la fondazione Antoni Tapiès di Barcellona (2012).
di e con: Xavier Le Roy
da una collaborazione con Laurent Goldring
musica: Diana Ross
organizzazione: Vincent Cavaroc e Fanny Herserant – Illusion & Macadam
produzione: in situ productions e Le Kwatt
coproduzione: Substanz-Cottbus, TIF Staatsschauspiel Dresda,
Fonds Darstellende Künste e.v. aus Mitteln des Bundesministeriums des Innern
con il sostegno di: TanzWerkstatt Berlino, Podewil Berlino, Berlin Senatsverwaltung
für Wissenschaft, Forschung und Kultur; Institut français
[foto: Katrin Schoof]
INFO
Durata: 50m circa

Biglietti:
intero 15€
ridotto 12€
studenti 10€

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e nei punti vendita
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