Vincitore del Premio UBU come miglior spettacolo di danza 2018
Vorrei allontanare le parole dal fatto.
Il fatto è il corpo, costrutto assoluto, asserragliato nella materia, materia,
autoevidente, interrogante,
in assenza di cognizione, di intenzione, di veglia, manifesto,
sembianza, simulacro.
Da alcuni anni cerco un passaggio logico ed esistenziale che l’esperienza sollecita e che nella riflessione filosofica incontra una possibilità. Il tema della situatività, dell’essere gettati, della caduta nel tempo, trova un rudimentale parallelo nel dispositivo teatrale, artificio volto a ricreare – attraverso l’ordigno dell’esposizione al Mondo – la condizione di apertura, fondamento di ogni sentire.
L’euforia del titolo è un ritorno al corpo, organismo forse alterato, manifestazione di vita semplice e assoluta che supera la gerarchia dell’intelletto.
I miei anni di osservazione del corpo e dei suoi meccanismi nella danza, l’azione performativa e teatrale, il mio lavoro nel quadro dell’invecchiamento e della patologia e anche l’insufficienza costitutiva della parola mi riportano di maniera costante al corpo, alla sua materia e natura involontaria, alla sua trascendenza: il tempo. Considero la letteralità del corpo, superficie interrogativa tanto quanto inafferrabile, sempre generatrice di senso.
Il progetto comporta un’articolazione progressiva. Una prima fase della performance è stata presentata, nella sezione unfinished, al festival Short Theatre di Roma nell’ottobre 2016. Successive necessarie sezioni daranno sviluppo alla ricerca sulla luce, sull’azione, sul formato.
Suono originale. Tre figure. Ipotesi. Che i sensi sollecitati diano immagine al tempo.
Silvia Rampelli
Compagine fondata nel 2002 da Silvia Rampelli, laurea in filosofia, Habillé d’eau focalizza la riflessione sulla natura dell’atto, sul dato umano come oggetto estetico-conoscitivo. Al progetto aderiscono Alessandra Cristiani, Andreana Notaro, dal 2008 Eleonora Chocchini e nel tempo: Francesca Proia, Elisabetta di Terlizzi. Con la presenza stabile di Gianni Staropoli alle luci, Habillé d’eau ha prodotto nel 2002 Studio per Attis (2002), Refettorio (2003), Premio per la specificità e l’originalità del linguaggio e delle tecniche corporee all’International Teatarfest 2004 di Sarajevo, Ragazzocane (2005), per La Biennale di Venezia 37, diretta da Romeo Castellucci.
Nel 2006 Habillé d’eau apre l’indagine sul tempo con esplorazioni di breve durata, che anticipano Stato Secondo, vincitore del bando “4 Cantieri per Fabbrica Europa 2008”. Nel 2012 Or è prodotto da ZTL-Pro con il sostegno della Fondazione Romaeuropa/Palladium e del Teatro di Roma.
Parallelamente sviluppa azioni per spazi non teatrali, tra cui Camera per il Festival Contemporanea di Prato e il progetto percettivo L’igiene per il Festival Natura Dèi Teatri di Parma.
Nel 2013 produce l’opera video Courtesy of, per il Malta Festival di Poznan, Polonia. Nel 2014 presenta con Romeo Castellucci e Alessandra Cristiani Strutture elementari dell’azione, con la cura del DAMS, Dipartimento di Filosofia Comunicazione e Spettacolo dell’Università Roma Tre.
Habillé d’eau ha portato il proprio lavoro in Italia, Bosnia, Francia, Stati Uniti, Polonia.
ideazione e regia: Silvia Rampelli
danza: Alessandra Cristiani, Eleonora Chiocchini, Valerio Sirna
luce: Gianni Staropoli
musica originale: Tiago Felicetti, Charlie Pitts
quadrifonia: Daniel Bacalov
produzione: Habillé d’eau
coproduzione: Armunia/Festival Inequilibrio, Fabbrica Europa 2017
con il sostegno di Short Theatre, Angelo Mai, Company Blu / Sesto TRAM – Teatro di Residenza Artistica Multipla