Per le grandi istituzioni internazionali della contemporaneità la Stazione Leopolda è il luogo delle performing arts a Firenze.
Qui sono passati i grandi nomi del teatro, della danza contemporanea, della musica di ricerca e della multimedialità.
Fabbrica Europa ne ha indicato la strada quando non era ancora scontato trovare performance, concerti e spettacoli in scenari di questo tipo.
La notizia che la Stazione Leopolda il 2 dicembre prossimo verrà messa all’asta dalle Ferrovie dello Stato ha creato subito molta preoccupazione sulla scena internazionale. A partire da Budapest, dove dal 4 all’8 novembre si è svolto il meeting dell’IETM International network for contemporary performing arts. L’IETM è una rete che riunisce oltre 550 realtà della scena contemporanea performativa di più di 50 paesi.
Dalla prima edizione nel 1994 la Stazione Leopolda è il cuore del Festival Fabbrica Europa, un raro esempio di archeologia industriale restituito alla città e diventato nel tempo uno dei luoghi europei più affascinanti per la creazione contemporanea.
Tra i nomi più illustri ospitati da Fabbrica Europa in più di venti anni di attività, il meglio della scena contemporanea: Anna Teresa de Keersmaker, Angelin Preljocaj, Peter Brook, Fura dels Baus, César Brie e il Teatro de Los Andes, Jan Fabre, Shen Wei, Frédéric Flamand, Ai Wei Wei, Ballet National de Marseille, Alain Platel, Virgilio Sieni, Wim Vandekeybus, Meg Stuart, Benoît Lachambre, Lucinda Child, Meredith Monk, Archie Schepp, Heiner Goebbels, David Moss, Roswell Rudd, Societas Raffaello Sanzio / Romeo Castellucci, Anatolij Vasiliev, Maurizio Nannucci, Luca Ronconi, Tomi Janezic.
La preoccupazione internazionale è condivisa da tutti i lavoratori di Fabbrica Europa che si domandano cosa effettivamente riserverà il futuro.