12 Maggio 2012 20:30
Stazione Leopolda di Firenze | IT
Il romanzo di Jules Verne, con la sua imperturbabile circumnavigazione del globo in mezzo a imprevisti di ogni tipo, ci fa intravedere un luogo premonitore per l’esercizio della visione, un luogo oggi schiacciato tra lo spazio inevaso del turista contemporaneo e quello totalmente esclusivo del capitale globale.
In mezzo all’avventura di viaggio, implacabilmente sostituita nel presente dalla prenotazione, si manifestano molte delle problematiche che il corpo scenico non smette di considerare, posto com’è nel costante disequilibrio tra qui e altrove che definisce la presenza.
Il lavoro riflette la complessità di un percorso geografico in cui qualunque destinazione è stata sostituita dall’ “Ovunque” e ogni incontro diventa una negoziazione in vista di uno spazio ibrido di traduzione. Un’aria da Esposizione Universale, da visita al villaggio etnico fintamente autentico o da esclusivo Golf club caratterizza l’ambiente in cui si muovono i corpi; si tratta in ogni caso di un “luogo senza luoghi dell’essere perduto”.
La coreografia si dà qui come turbamento della veduta, informata da una condizione “atmosferica” del corpo, come se fosse possibile definire dei sistemi coreografici attraverso una prospettiva climatica: dalla parte del vapore e della meteorologia.
“Tutto somiglia a tutto perché così deve essere. Un giorno – non lontano – il mondo diventerà un unico, sterminato resort interconnesso, l’Ovunque. Un terzo di tutto ciò che si muove sul pianeta ha a che vedere col turismo. La merce sono i turisti stessi con i loro bisogni. È plausibile. La merce sono i corpi delle persone in trasferta. Il turismo ormai dipende per intero dal clima. Da una parte sole e sabbia, dall’altra gli spaventosi inverni europei. E un’altra cosa, un’altra cosa… Tutte le culture sono classificate nel museo antropologico, a eccezione della nostra, che gioca il ruolo della natura. Yes darling yes aufwiedersehen assalam alaikoum”.
Il progetto Il giro del mondo in 80 giorni prevede un formato accumulatorio. Al cast originario si aggiungono di volta in volta performer e artisti visivi che lasciano una o più tracce del loro passaggio all’interno di coreografia o allestimento scenico.
mk si occupa di performance, coreografia e ricerca sonora. Gruppo di punta della danza contemporanea italiana, è presente nei più importanti festival italiani e internazionali.
Tra le produzioni più recenti, Comfort, ospitato dall’Indonesian Dance Festival e dallo Sparks Festival di Minneapolis e speak spanish in tour nel 2010-11. Del 2010 sono le Instruction series, coreografie e ambienti performativi creati a distanza via mail in coproduzione con Xing/Raum. Nel 2011 debuttano Il giro del mondo in 80 giorni, Quattro danze coloniali viste da vicino, Park e Grand Tour, indagini coreografiche in bilico tra paesaggio puro, questioni legate al trasporto e ricostruzione dell’esotico.