18 Settembre 2024 21:00
Teatro Cantiere Florida di Firenze | IT
nell’ambito di Fabbrica Europa 2024
Atto Bianco inaugura una trilogia sul tema delle radici e dell’eredità familiare. Il colore bianco evoca rifrazioni concettuali cui Roberta Racis ha attinto per questo lavoro in cui danza, voce e canto strutturano l’azione.
Atto bianco chiama in causa un universo visivo, sonoro e coreografico dai contorni netti ma aperti, una texture che è esito della stratificazione di tutti gli strumenti di cui la coreografa dispone. Incarnando l’ambiguità tra performance e rappresentazione, Roberta Racis è dotata di una tecnica che sfida gli equilibri formali senza sopraffare la sostanza sensibile.
Atto bianco ha un’estetica minimale, ma nelle sue trame si rintracciano elementi tumultuosi che creano quella che potrebbe essere avvertita come una frizione tra una dimensione interiore calda e una esterna, candida e lineare. L’autrice si affida alle increspature interiori più che al proprio corpo esteriore. Non si tratta di fratture emotive, ma di venature che consentono alla danza di approfondirsi nella durata.
Roberta Racis compone un omaggio al materno che è anche uno studio sull’atto bianco del balletto romantico. La scena cosparsa di foglie è richiamo a una natura che è amica del corpo ma anche residuo di un mondo (o qualcosa, o qualcuno) che non è più.
L’atto bianco è generalmente il secondo atto di spettacoli il cui libretto narra vicende a cavallo tra il mondo dei vivi e una dimensione ultraterrena. Si tratta di atti in cui, dopo la morte di un personaggio, solitamente femminile, l’aldilà si manifesta. Un mondo, bianco e magico, che uniforma spazio e tempo. Il corpo di ballo, in tutù bianco, staglia virtuosismi in formazioni geometriche mentre le soliste danzano intrecci di passi a sottolineare la superiorità “fatale” di quegli stessi corpi.
Precursore di un’oggettivazione dei corpi, l’atto bianco si predispone, oggi, a un’indagine come quella di Roberta Racis che riflette sul femminile facendo deflagrare l’approfondimento personale sulla fragilità e sul lutto in una serie più ampia di possibilità.
Atto bianco evoca infine un ritorno a casa che si manifesta con un cambio scena. La danzatrice si posa e riposa, sospesa. L’azione è pronta affinché possa sciogliersi, nel dispositivo stesso, quel dolore che l’ha accompagnata lungo tutto il viaggio, dalla concezione del progetto alla scena.