10 Maggio 2016 22:00
Stazione Leopolda di Firenze | IT
Ritual è la prima tappa di creazione di Acqua acqua fuoco fuochissimo: progetto per quattro performer maschi sulle dinamiche di costruzione e decostruzione di un’identità maschile. Nel titolo la traduzione di una condizione incantata, sempre in bilico tra la vicinanza e la lontananza dai modelli che ci accompagnano e allo stesso tempo da una dimensione di intima percezione di sé stessi.
Per questa tappa lavoriamo a una forma di spettacolo aperta, tra scrittura e improvvisazione. Convinti dell’impossibilità di una definizione assolutistica di gender ci misuriamo con alcune forme di mascolinità in maniera molto personale, bizzarra, ironica e a tratti tragica.
Emergono gesti quotidiani, bozze di personaggi che arrivano dalla nostra memoria, personaggi maschili della nostra infanzia o incontrati per la strada e che per qualche ragione hanno colpito la nostra attenzione. Sosteniamo una rete di ascolto in cui ciascuno inscrive il proprio segno poetico, il proprio racconto, in cui ciascuno gioca la sua personale possibilità di ricostruire la sua presenza di fronte allo spettatore come possibile maschio e riformula una propria idea di mascolinità. Ci lasciamo guardare‚ aprendoci alla possibilità di rendere riconoscibile o meno un discorso. La corrispondenza tra risultati e aspettative è variabile, ed è in questo spazio di variabilità che emerge l’umano; la tragedia e la commedia della sua necessità di definirsi davanti all’occhio altrui.
Penso a questo processo come un’esplorazione che parte dall’esperienza del corpo per aprire diverse tracce di ricerca come la genealogia personale, fantasie silenziose, forze invisibili o qualche idea di stereotipo per arrivare a nuove possibili rappresentazioni del personaggio maschile, radicate nell’originalità della creazione e nel valore della presenza nel momento dell’esposizione di fronte allo sguardo del pubblico.
Come nei rituali di riproduzione delle forme del gender, penso all’apertura di uno spazio di ritualità performativa all’interno del quale i performer fluttuino su un filo sottile, in bilico tra verità e rappresentazione, definizione e in-definizione, azione e contemplazione per ritracciare ed esorcizzare con libertà i confini della propria identità.
Francesco Michele Laterza
Francesco Michele Laterza, attore e danzatore, dopo una laurea in Economia per arti, cultura e comunicazione, si avvicina al teatro frequentando un corso per attori presso la Fondazione Pontedera Teatro dove incontra, tra gli altri, Danio Manfredini, Cesar Brie, Roberto Latini, Silvia Pasello, Gay Pin e Raffaella Giordano, con cui l’anno seguente intraprenderà un corso biennale di Scritture per la danza contemporanea presso il Teatro Stabile di Torino e L’Arboreto di Mondaino. Approfondisce lo studio della danza con Josef Nadj, Ambra Senatore, Malpelo, Giorgio Rossi, Les Ballets C de la B, Carolyn Carlson, Maria Munoz e Dominique Dupuy e lavora con Luisa e Silvia Pasello, Giorgio Rossi, Roberto Latini, Strasse e Teatro Valdoca.
Da due anni collabora con la giovane compagnia inQuanto Teatro e con Leonardo Delogu, è membro fondatore di Famigliafuchè e dal 2014 ha intrapreso un percorso di creazione personale con il primo lavoro Tristissimofranz e curando l’atelier di ricerca La palestra del gesto.