Nell’ambito de La Francia in Scena, stagione artistica dell’Institut français Italia, realizzata su iniziativa dell’Ambasciata di Francia in Italia, con il sostegno dell’Institut français e del Ministère de la Culture et de la Communication
Nel mio sogno ero solo, in uno spazio enorme, di fronte avevo una sola persona: mio padre. In quel momento mi sono confessato.
Mio padre è morto sette anni fa, un mattino, all’improvviso. Ci ha lasciati bruscamente. Nemmeno il tempo per dirgli addio… E invece io avrei avuto ancora tante cose da dirgli. Avrei voluto raccontargli della mia vita lontano da lui, confessargli dei segreti e danzare davanti a lui… Ora se n’è andato e non tornerà.
A mio padre ho voluto voluto dire tutto quello che non sono stato capace di dire, quello che non ho mai avuto tempo di dire, quello che non ho mai osato dire.
La paura, la nostra stessa cultura, il modo in cui eravamo abituati a vivere insieme hanno sempre ostacolato questo bisogno di parlare, e quando sentivo l’urgenza di farlo, mi mancavano il coraggio, la forza, forse persino la convinzione, perché, alla fine, qual era il senso?
Oggi so che parlare con lui, assente e lontano da me, per confessarmi, è esprimergli la mia tenerezza, rivelargli quanto il segreto e il silenzio fossero opprimenti e amari e quanto la danza mi ha permesso di esorcizzare tutto questo.
Scriverò le mie confessioni con i gesti al posto delle parole e con i movimenti al posto delle frasi. Gli racconterò la mia storia. E attraverso la danza esprimerò anche l’esitazione di una frase che inizia e continua in un altro punto, o che non sa da dove iniziare, un po’ come le Variazioni che attraverso le dita del pianista sfiorano un tema e lo mutano in una molteplicità di modulazioni. Più forte, più dolce, diverso, piano, pianissimo.
Radhouane El Meddeb
Formatosi all’Institut Supérieur d’Art Dramatique di Tunisi, Radhouane El Meddeb viene subito additato come autore teatrale tra i più promettenti del suo paese. Nel 2005 crea il suo primo assolo Pour en finir avec MOI. Nel 2006 fonda la Compagnie de SOI e moltiplica le creazioni in Francia: per Montpellier Danse 2006 nasce l’assolo Hûwà, Ce lui; nel 2008 Quelqu’un va danser… per i Rencontres Chorégraphiques Internationales de Seine-Saint-Denis e per il CND la performance Je danse et je vous en donne à bouffer. Nel 2010 il suo primo lavoro di gruppo, Ce que nous sommes, per cinque danzatori. Da gennaio 2011 diviene ‘artista associato’ al Centquatre-Paris dove presenta A l’Etroit. In Libano, al Beirut Center, crea Tunis, le 14 janvier 2011 e l’anno successivo, sempre a Montpellier, interpreta l’assolo Sous leurs pieds, le paradis realizzato a quattro mani con Thomas Lebrun. Nel febbraio 2014 nasce Au temps où les arabes dansaient…, lavoro apprezzato in più occasioni anche in Italia. Del 2016 è A mon père, une dernière danse et un premier baiser, a cui seguono O Solitude, My Sweetest Choice, per il LACE (Los Angeles Contemporary Exhibitions) e nel 2017 Face à la mer, pour que les larmes deviennent des éclats de rire per la la 71ma edizione del Festival di Avignone.</h6>
concept, coreografia e interpretazione: Radhouane El Meddeb
collaboratore artistico: Moustapha Ziane
scultura: Malek Gnaoui
scenografia: Annie Tolleter
disegno luci: Xavier Lazarini
suono: Olivier Renouf
costume: Cidalia Da Costa
direzione tecnica: Bruno Moinard
ingegnere del suono: Christophe Zurfluh
organizzazione, produzione: Bruno Viguier
diffusione, produzione: Gerco de Vroeg
produzione: La Compagnie de SOI
coproduzione: Festival Montpellier Danse 2016, La Briqueterie Centre de Développement Chorégraphique du Val de Marne à Vitry-sur-Seine, Pôle Sud – Centre de Développement Chorégraphique de Strasbourg
con il sostegno di Centre National de la Danse à Pantin