14 Maggio 2011 - 15 Maggio 2011 21:00
Stazione Leopolda di Firenze | IT
Ogni fenomeno presente in natura che si mostra nel suo essere facendosi chiamare meraviglia, porta con sé contemporaneamente un’equivalente dimensione di inquietudine, di terrificante bellezza che lascia all’uomo l’esperienza del proprio essere finito.
La natura nelle sue manifestazioni più incredibili, si presenta incommensurabile. Questo la sottrae dall’essere contemplata, l’uomo di fronte ad essa non può applicare canoni oggettivi per la ricerca del bello, ma di fronte a tanta forza può solo fare esperienza di un’emozione e prendere coscienza della distanza insuperabile che lo separa da quella smisurata grandezza.
La meraviglia della natura ci sorprende e ci spaventa nello stesso istante.
È in questo duplice valore, sotteso al piano emotivo ed estetico, che in bilico ci muoveremo per essere nella bellezza della catastrofe, nessuna apologia della distruzione quanto piuttosto un canto per restituire alla natura ciò che l’uomo tenta di mistificare.
L’energia nucleare è una fonte di energia primaria presente in natura e che delle sue reazioni, fusione e fissione, solo quelle indotte fanno capo all’imprudente intervento e uso dell’uomo.
Se una fusione indotta è responsabile della pericolosissima bomba all’idrogeno, quella spontanea ci regala una delle più preziose manifestazioni della natura, l’energia delle stelle.
Nessuna assoluzione per l’uso improprio e disumano dell’energia nucleare, nessun fraintendimento per la minaccia che esso costituisce, esiste e ne siamo completamente dentro, semplicemente una possibilità di scindere l’energia dal suo utilizzo, la potenza dalla distruzione, in altre parole l’uomo dalla natura.
Santasangre