5 Maggio 2009 - 6 Maggio 2009 21:00
Stazione Leopolda di Firenze | IT
Il titolo della nuova creazione della coreografa francese Catherine Diverrès fa riferimento alla Quinta del Sordo, la casa nei dintorni di Madrid dove Goya dipinse la celebre serie delle “pitture nere”, una sequenza di scene allucinanti che sembrano dipinte sotto l’effetto della follia. Catherine Diverrès ne riprende alcune allusioni che fanno scivolare il reale tra le pieghe del fantasmagorico, interrogandosi sui confini fisici, geografici, mentali e sui limiti tra passato e presente, tra sogno e realtà.
Nel testo coreografico la Spagna non è concepita come uno spazio di finzione, ma diventa “un pretesto, un pre-testo, un’architettura dei sensi, un motore immaginario del presente”. Da qui prende spunto il movimento dei danzatori, basato sull’improvvisazione ma circoscritto dai temi che pongono domande sull’identità e sulla comunità.
Un ulteriore piano filosofico è creato dai testi di Rodrigo Garzía e Maria Zambrano che costituiscono il materiale drammaturgico, sotterraneo, della pièce. Il dialogo che si instaura tra diversi linguaggi artistici (danza, musica dal vivo, parola e video) ci porta sulla soglia instabile in cui ogni immagine si misura con il proprio essere, che sia evanescente, su un tulle, registrata o in diretta. Non un succedaneo del mondo, ma la sua realtà in tutte le sue dimensioni.
La poesia è un acceleratore della coscienza scrive Roberto Juarroz, poeta argentino caro a Catherine Diverrès che ne La maison du sourd dispiega una danza tutta in tensione, sfiorata ora da un soffio, ora da una forza incomparabile e segnata da turbamenti e fratture da cui scaturiscono momenti di toccante fluidità e grazia. Dalla Maison du sourd Catherine Diverrès sembra spiare l’alba…