10 Maggio 2016 21:00
Stazione Leopolda di Firenze | IT
La ricerca per questo progetto passa da due linee che si intersecano e si basano su alcune parole chiave:
Linea Umana, procedendo per immagini e atmosfere, le cui parole chiave sono esposizione, generalità e postindustrialità
Linea Fisica, ovvero ricerca tecnica di sostegno, con le parole chiave impulso, esposizione e ripetizione.
Ogni artista ha una possibilità di nascondersi, la nostra possibilità è costituita dalla tecnica.
Come possiamo superare, mantenendo la sincerità dell’impulso, l’incontro con i tre tipi di esposizione – noi stessi, l’altro in scena e il pubblico – a cui ci sottoponiamo sulla scena?
Come si può chiamare l’incontro tra due e molteplici paia di occhi?
Perché non provare, nella sacralità di una scena, ad esporre i corpi di due danzatrici? Che sapore ha la vicinanza con il pubblico, l’energia, la rottura della celeberrima quarta parete?
Qual è il confine vero che si può sentire tra un pubblico e un danzatore?
Giovanna Rovedo, danzatrice e antropologa, dopo essersi diplomata all’Accademia Nazionale di Danza di Roma, studia a New York City presso la Martha Graham Dance School e la Merce Cunningham Dance Company. Nel 2010 si trasferisce a Berlino dove inizia un progetto di ricerca sul movimento con Arthur Staldi presso il Labor Gras.
Tra il 2010 e il 2015 lavora con diverse compagnie in Italia e in Europa come Umbra/Solis, WhyCompany, D’Amo’, Evidanse, Dimensionen, Ortoteatro e collabora con l’artista Nora Lux.
Nel 2013 crea il suo prima lavoro autoriale Località Presa 1, presentato presso Spazio Libero-Napoli, Manabsheva Mission-India, RendezVous Festival-Spoleto, 6time10 e NAHDRAN XXXVIII Ada Studio-Berlin, Fondazione Varrone-Rieti, MAG-Perugia e si laurea in Antropologia Culturale all’Università La Sapienza di Roma
Nel 2014, grazie al premio Coreografi in Movimento (Napoli) crea il suo nuovo lavoro Dino. L’anno successivo partecipa al progetto The Reconciliation of Magik Salap di Sharon Estacio, lavora per Virgilio Sieni presso il CSS-Udine e con Laurent Chétouane per Gravities, presentato alla Biennale Danza College.