9 Maggio 2014 19:00
Stazione Leopolda di Firenze | IT
Repliche:
10 maggio 2014 19:00
11 maggio 2014 16:00
da Anton Pavlovich Cechov
regia, allestimento e luci: Tomi Janežič
Gli spettacoli teatrali possono essere brutti, belli, talvolta appassionanti, ma raramente diventano qualcosa che possiamo chiamare un’esperienza unica.
Con queste parole il critico teatrale Bojan Munjin definisce lo straordinario allestimento de Il Gabbiano di Cechov del Teatro Nazionale Serbo, per la regia di Tomi Janežič.
Un’esperienza unica non soltanto per la complessità di questo spettacolo (con un cast di oltre 30 elementi) o per la sua durata (più di 6 ore) ma soprattutto per la sua costruzione drammaturgica.
Questo Gabbiano è il risultato di un processo creativo lungo 16 mesi che il regista sloveno Janežič ha condotto all’insegna del concept “no acting, please”, modulandolo sul cast e sulle esperienze personali dei partecipanti
L’interpretazione di Cechov, l’analisi del testo, è avvenuta attraverso un lavoro pratico di azione nello spazio durante il quale sono stati utilizzati diversi approcci recitativi e tecniche di psicodramma.
Oltre ai contenuti della pièce – teatro, recitazione, scrittura, creatività, relazioni tra innamoramento e creatività, relazioni interpersonali, meccanismi e modelli di relazione, tensioni tra generazioni, rapporto tra vecchio e nuovo, questioni di riconoscimento, aspettative, desideri – gli altri temi che si sono cristallizzati durante questo processo sono quelli che definiscono ciascuno dei quattro atti.
Il primo (“Ecco qua – il Teatro”) ruota attorno al tema teatro e arte; il secondo (“Lago incantato”) tratta dell’innamoramento, delle fantasie e dei sogni; il terzo (“Qualcuno sta arrivando. Qualcuno se ne sta andando”) del possesso – di oggetti e persone, di persone trattate come oggetti; il quarto (“Questa è una notte selvaggia”) affronta la questione del fato e di come decisioni e avvenimenti possono condizionare la vita.
Quattro atti, ma anche quattro spettacoli compiuti in sé, che danno vita a una maratona teatrale in cui possiamo vedere gli attori come persone alle prese con la loro vita, le loro relazioni, i loro errori, i loro tentativi. Così, con il passare delle ore, lo spettacolo cresce di fronte agli occhi degli spettatori, a cui nulla viene celato, e i protagonisti diventano veri personaggi di un dramma.