4 Maggio 2013 21:30
Stazione Leopolda di Firenze | IT
replica: 5 maggio 2013 21:30
È la prima volta che Ronconi affronta la messa in scena di Sei personaggi e la lettura che ne offre è, come sempre, inedita e stupefacente.
Interessato a liberare il testo dalle incrostazioni sedimentate nel corso di più di ottant’anni e determinate dal susseguirsi di analisi critiche e allestimenti, il regista, in una conversazione con Anna Bandettini, dice: «Ho l’impressione che, mentre negli anni Cinquanta e Sessanta, poteva essere naturale che il contesto di riferimento del testo fosse un certo tipo di teatro, quello del capocomico, del suggeritore, delle preoccupazioni della verosimiglianza, oggi quello sfondo non c’è più. Questo libera la commedia da ingombri e manierismi diventati insopportabili: penso a quel gioco del teatro nel teatro che è vecchio come il cucco, ma anche a tutto quel ron ron tipicamente pirandelliano. Non sto dicendo che il testo è vecchio. Anzi, mi chiedo come possa una commedia che ha sulle spalle quasi cent’anni, funzionare ancora. Ma evidentemente l’interesse è un’altra cosa dalla metafora del teatro nel teatro: da quando la realtà virtuale fa parte delle nostre vite, la contrapposizione tra quello che è reale e quello che è immaginario non esiste più, ha perso significato».
La concezione dello spazio scenico, che non prevede palcoscenico, sottolinea come «quei personaggi vivano nella mente di chi li ha creati, sono figure immaginate da un autore e quindi non possono avere nessun tipo di concretezza».
Uno sguardo nuovo sui personaggi, dunque, che per Ronconi è l’occasione ideale per condurre il gruppo di giovani attori a comprendere un elemento essenziale del fare teatro: «i personaggi che si accingono a portare in scena non devono pensare di ‘rappresentarli’: in quanto astrazioni sono irrappresentabili. Devono ‘recitare’, cioè accedere alla modalità con cui ‘si sta’ nella mente di qualcun altro».
In cerca d’autore. Studio sui “Sei personaggi” è l’esito finale del progetto triennale, nato dalla collaborazione tra il Centro Teatrale Santacristina e l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”.
L’itinerario formativo e creativo, che conduce alla nascita dello spettacolo, si compie negli spazi della scuola del Centro Teatrale Santacristina, dove a partire dall’agosto 2010 per tre cicli estivi di laboratori Luca Ronconi ha guidato gli allievi diplomati al corso di recitazione dell’Accademia attraverso l’analisi e il lavoro sul testo pirandelliano.