La spirale appare

Mario Merz

6 Maggio 2010 - 25 Maggio 2010 19:00

Stazione Leopolda di Firenze | IT


in collaborazione con
Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato

 

A vent’anni dalla grande mostra personale Lo spazio è curvo o diritto? dedicata a Mario Merz dal Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, la navata centrale della Stazione Leopolda ospita La spirale appare, coda della grande installazione che nel ’90 occupava le due ultime sale del museo pratese.

Presente sin dagli esordi nell’opera di Merz, figura di spicco del movimento Arte povera, l’immagine cosmica della spirale è diventata la cifra distintiva del suo lavoro, visualizzando la sequenza numerica scoperta dal matematico Leonardo Fibonacci e scelta dall’artista a rappresentare i processi che regolano la crescita naturale.

Protagoniste dell’opera, le esili e silenziose fascine di faggio e castagno che evocano, con la loro “ombra furiosa”, la quotidianità e lo scorrere ciclico del tempo, mentre la struttura portante in ferro che le sostiene ricorda l’arco vorticoso descritto dalla spitale. La luce al neon costituisce l’elemento vitale unificante che scorrendo attraverso la progressione dei numeri di Fibonacci annulla l’inerzia del vetro e il peso delle pile di giornali trasformate da materia di scarto in un insieme di immagini fluide che raccontano il rumore e il disordine della società.
Riassumendo in sé l’intera poetica dell’artista l’opera rimanda a uno degli assunti più significativi di tutta l’opera di Merz, quello del poeta mistico persiano Rumi, trascritto spesso dall’artista con i tubi di luce al neon, che recita: Se la forma scompare, la sua radice è eterna.

 

L’opera fa parte della collezione del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, acquisizione 1990.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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