20 Maggio 2010 - 22 Maggio 2010 21:00
Stazione Leopolda di Firenze | IT
in collaborazione con 73° Maggio Musicale Fiorentino
Una riflessione sulle mutazioni della percezione, sull’ambiguità del rapporto verità/menzogna e sullo stato del corpo in rapporto alle evoluzioni tecnologiche. Godard ha definito il cinema La vérité 24 images par seconde. In questa nuova creazione di Frédéric Flamand per il Ballet National de Marseille l’esplorazione elettronica di tre telecamere di sorveglianza crea un nuovo ambiente di controllo in tempo reale da 25 immagini al secondo.
Questa visione senza sguardo si confronta con un altro approccio alla verità: quella del corpo fragile e delle sua presenza reale, qui e adesso.
Creando un circuito integrato dove i danzatori sono connessi a dei sensori per i suoni e a delle telecamere per le immagini. Il controllo continuo dei corpi e degli spazi crea un ambiente in cui la prospettiva si dilata, i corpi si ritrovano a giocare con la loro immagine, il reale e il virtuale si confondono.
Liberamente ispirato a Il Barone rampante di Italo Calvino, La vérité 25 x par seconde è la storia di un’emancipazione che rilancia gli interrogativi di sempre sullo status del corpo e invita i danzatori a fare proprio, attraverso la loro fisicità e la loro memoria, lo smisurato percorso dell’eroe rampante.
Dopo aver collaborato con gli architetti francesi Jean Nouvel e Dominique Perrault, gli americani Diller+Scofidio & Thom Mayne, la britannica di origini irakene Zaha Hadid e i designer brasiliani Humberto & Fernando Campana, Fréderic Flamand ha scelto il cinese Ai Weiwei per progettare le scenografie di La vérité 25 x par seconde.
Architetto, curatore, artista visivo e scultore, Ai Weiwei è autore di lavori ancorati alla tradizione cinese e al contempo rappresentativi dell’apertura della Cina verso l’occidente. Tra i suoi lavori più noti la collaborazione con lo studio svizzero Herzog & de Meuron per la realizzazione dello Stadio Olimpico dei Giochi di Pechino 2008, il famoso Bird’s Nest.
Nella visione di Ai Weiwei la foresta dell’eroe di Calvino diventa una foresta di scale, un edificio alla Escher, un Piranesi astratto, un mondo di rovine e rinascite ma con la speranza che il corpo resti sempre più forte dei luoghi che abita.