LABORATORIO NOVE / BRANKO BREZOVEC

GALILEO INCATENATO

10 Maggio 2009 - 12 Maggio 2009 21:30

Teatro Affratellamento di Firenze | IT


INFO


liberamente tratto da Vita di Galileo di Bertold Brecht
e Prometeo incatenato di Eschilo

 

“La verità riesce a imporsi solo nella misura in cui noi la imponiamo; la vittoria della ragione non può essere che la vittoria di coloro che ragionano. Tu parli dei contadini dell’Agro come se fossero il muschio che alligna sulle loro capanne! A chi mai può passare per la mente che ciò che a loro interessa, non vada d’accordo con la somma degli angoli di un triangolo? Certo che, se non si agitano, se non imparano a pensare, poco può aiutarli anche il più efficace sistema di irrigazione. Per tutti i diavoli, vedo bene che sono ricchi di divina pazienza; ma la loro divina furia, dov’è?”
(B. Brecht, Vita di Galileo)

 

Branko Brezovec, sicuramente il più importante esponente della regia teatrale dell’est europeo di area balcanica, ha già lavorato a Firenze con il Laboratorio Nove in tre occasioni: Timone d’Atene di Shakespeare (che ha circuitato in Europa raccogliendo consensi e premi), Wedding and Trials che ha vinto un bando europeo di Cultura 2000, e lo spettacolo/evento sulla figura controversa di Tito Brosz che costituì l’evento di Fabbrica Europa del 2007.
Un rapporto consolidato che ha aperto alla città di Firenze profonde relazioni con Festival e Teatri europei di grande qualità: dal Kampnagel di Amburgo, al Mess Festival di Sarajevo, al Festival Eurokaz di Zagabria; e che ora si avvale anche della collaborazione del nuovo Museo d’Arte Contemporanea di Zagabria. Anche in questo nuovo lavoro si ripete la struttura multinazionale del cast: accanto alla regia di Brezovec spicca il ritorno del musicista macedone Marjan Nekak e collaboratori tecnici croati e italiani; il nucleo attoriale principale è composto da italiani, ma la maggioranza degli interpreti del Coro è croata. Croato è anche uno dei principali coproduttori (del Teatro Nazionale di Rijeka), quel Festival Eurokaz di Zagabria che da vent’anni rappresenta il palcoscenico delle migliori proposte del teatro mondiale.
Il progetto tratta in primo luogo di ciò che si potrebbe definire semplicemente la relazione tra scienza e arte, ossia il rapporto tra la scienza e i concetti che organizzano la nostra vita esperenziale e le implicazioni che tale rapporto crea sulla creazione di nuove etiche e concetti morali.
Il testo nasce dall’incontro/scontro tra Vita di Galileo di Brecht e il Prometeo Incatenato di Eschilo. I temi delle due opere si rincorrono all’interno di una rigida partitura musicale. Il Galileo scienziato, ma anche uomo del suo tempo che, dopo la fase luminosa del pieno rinascimento, si nutre delle grandi contraddizioni tra le soggettività sottoposte alle rigide leggi etiche e morali e il desiderio dell’uomo di ergersi esso stesso creatore di nuove verità attraverso lo strumento della scienza e dell’autonomia dell’intelligenza. E il Prometeo di Eschilo che nella sua condanna riesce ad essere interprete del futuro a dispetto e a disperazione dell’onnipotenza di Zeus. Da un prigioniero dipende il futuro del tiranno, da uno scienziato condannato nasce la speranza per una nuova etica del mondo contemporaneo. Queste contraddizioni fanno muovere l’universo: l’onnipotenza è limitata dall’ignoranza e la conoscenza è limitata dall’onnipotenza. Nell’economia divina la somma delle sofferenze del mondo deve rimanere invariata, al centro della perfezione del cosmo, la scienza è teoria che non deve influenzare l’ordine mondiale delle sofferenze. Prometeo e Galileo proiettano all’infinito, attraverso la loro sofferenza, il nuovo ordine delle cose, ridanno all’uomo la dignità dell’imperfezione all’interno di un universo perfetto e nello stesso tempo tempio del caos.

 

adattamento e regia: Branko Brezovec
musica: Marjan Nekak
scene: Stjepan Filipec
costumi: Petra Mina
movimento: Barbara Matijević
luci: Roberto Cafaggini
tecnico luci: Marco Santambrogio
macchinista: Davide Clementi
con: Silvano Panichi, Sergio Aguirre, Manola Nifosi, Lorenzo Berti, Suzana Brezovec
coro: Elena Ciardella, Carmen Di Bello, Saša Matovina, Darko Matijašević, Dario Bercich, Ivica Žunić, Nataša Ožura, Ivanica Lovrić, Ljubov Košmerl; al pianoforte: Mattia Damiani
e la partecipazione di: Romeo Martin Panichi, Pietro RibattiUna
produzione: Laboratorio Nove, Centro Iniziative Teatrali, Eurokaz Festival, Teatro Nazionale Croato di Rijeka, Festival Teuta – New Ancient Theatre di Montenegro
in collaborazione con Fabbrica Europa, Fondazione Pontedera Teatro, Museo di Arte Contemporanea di Zagabria
con il sostegno de Il Genio Fiorentino

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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