Silvia Calderoni | Ilenia Caleo

THE PRESENT IS NOT ENOUGH [PRIMO BALUGINÌO]

27 Ottobre 2022 21:00

Tenax Firenze | IT


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sab 15, dom 16, lun 17, sab 22, dom 23, mar 25 ottobre: h 14:00-19:00 /
mar 18, mer 19, lun 24 ottobre: h 10:00-13:00

Consigliato a un pubblico over 15


nell’ambito del progetto Oltre le mura / Beyond the walls

 

Uno stato di eccitazione senza nome che carica l’ambiente, / che diventa uno struggimento, / che sprofonda nel buio della notte, una notte tumultuosa, un’intimità tra sconosciuti, / e i denti marci, Wojnarowicz che si vuole suicidare, il buco di eroina / e ancor tuttx nel tremore nel sole, / poi l’imprevisto, qualcosa di repentino / il baluginìo dell’acqua, del fiume, che ci fa intravedere, solo per un attimo / e c’è anche la possibilità della paura, con il suo rischio e la sua adrenalina / chiudere gli occhi, diventare solx / e poi ritrovarsi nel mucchio, in un tutto pieno della massa dei corpi / quella gioia estenuante. I disturbi della memoria, la memoria può essere solo disturbata – proprio le interferenze, i buchi. La solitudine, ma forse al plurale: le solitudini – molto spazio vuoto attorno a un corpo. Un’estetica del collasso, l’outdoor privo di regole. I battuage.
Scriviamo di un’utopia dei corpi di cui non abbiamo esperienza – a cui (noi) non abbiamo accesso. Di un desiderio struggente di essere moltx, di un baluginìo di futuri possibili, tutti mescolati, aggrumati insieme.

D.W. in un suo lavoro cuce insieme due pezzi di pane raffermo, con un filo rosso.
Per rifare l’intero, impossibile – l’intero manca. Per fermare la vita, dilazionare la morte.
O forse potremmo buttare tutto alle ortiche. Sono fortunate le ortiche. Hanno tante idee scartate di cui nutrirsi.

Riferimenti: David Wojnarowicz, José Esteban Muñoz, Samuel R. Delany, Olivia Laing, Peter Hujar, Jonathan Weinberg, Jack Halberstam, Douglas Crimp, Shelley Seccombe, Alvin Balltrop, Leonard Fink, Tava e moltx altrx

 

Silvia Calderoni è attrice e performer. Si forma artisticamente da giovanissima con la coreografa Monica Francia e con la compagnia Teatro della Valdoca, di cui è stata interprete in diverse produzioni tra cui Paesaggio con fratello rotto. Dal 2006 è parte attiva della compagnia Motus ed è interprete negli spettacoli Rumore Rosa, A place, ICS – racconti crudeli della giovinezza, Crac, Let the sunshine in, Too-lateIovadovia, Tre atti pubblici, Alexis. Una tragedia greca, nella tempesta, Caliban Cannibal, King Arthur, Tutto brucia, ospitati in numerosi festival nazionali e internazionali. È protagonista di The Plot is the Revolution a fianco di Judith Malina, storica fondatrice del Living Theatre. Dal 2015 è in tournée nei principali teatri e festival internazionali con il solo MDLSX, di cui firma anche la drammaturgia insieme a Daniela Nicolò. Nel 2022 sarà in scena ancora con Valdoca con Enigma. Requiem per Pinocchio.
Premio Ubu 2009 come miglior attrice under 30, al cinema è Kaspar in La leggenda di Kaspar Hauser, film cult diretto da Davide Manuli (2012), e poi in Last Words (2020) di Jonathan Nossiter con Nick Nolte, Kalipha Touray, Charlotte Rampling, Stellan Skarsgard, Alba Rohrwacher, nella serie Sky Romolus, diretta da Matteo Rovere e in Non mi uccidere (2021) di Andrea De Sica.
È artista associata di Queering Platform del Kowloon Cultural District di Hong Kong.
Ilenia Caleo è performer, attivista e ricercatrice. Dal 2000 lavora come attrice, performer e dramaturg nella scena contemporanea, collaborando con diverse compagnie e registe/i, tra cui Motus, Lisa Ferlazzo Natoli, Davide Iodice. Filosofa di formazione, ha svolto un dottorato di ricerca tra performance studies e filosofia politica all’Università La Sapienza di Roma. Si occupa di corporeità, epistemologie femministe, sperimentazioni nelle performing arts, nuove istituzioni e forme del lavoro culturale. È ricercatrice allo IUAV di Venezia e coordinatrice del Modulo Arti del Master Studi e Politiche di Genere di Roma Tre, e collabora con il gruppo di ricerca del progetto quinquennale “INCOMMON. In praise of community. Shared creativity in arts and politics in Italy (1959-1979)”, ERC Starting Grant. Ha pubblicato il volume Performance, materia, affetti. Una cartografia femminista, Bulzoni 2021 e co-curato In fiamme. La performance nello spazio delle lotte 1967/1979, b-r-u-n-o 2021. Attivista del Teatro Valle Occupato e nei movimenti dei commons e queer-femministi, è cresciuta politicamente e artisticamente nella scena delle contro-culture underground e dei centri sociali.
Calderoni-Caleo si incontrano in Animale politico project di Motus nel 2012 al Teatro Valle Occupato. Insieme partecipano allo spettacolo nella tempesta di Motus e da qualche anno portano avanti un progetto comune tra residenze artistiche e atelier di ricerca. Dal 2018 sono docenti allo IUAV di Venezia nel Laboratorio di Arti visive. A partire dal workshop di Biennale College Teatro 2018, hanno dato vita a KISS, progetto performativo con 23 performer, prodotto da Santarcangelo Festival, CSS Udine, Motus. Per la Queering Platform di Hong Kong curano insieme il progetto nomade SO IT IS. Nel 2021 hanno fatto parte di Flu水o, progetto collettivo e crossdisciplinare vincitore dell’Italian Council (9° Edizione 2020). Oltre ai progetti artistici, condividono in verità un po’ tutto.

 

un progetto di: Silvia Calderoni / Ilenia Caleo
con: Giacomo AG, Tony Allotta, Silvia Calderoni, Ilenia Caleo, Gabriele Lepera, Fede Morini, Ondina Quadri
cura e produzione: Elisa Bartolucci
consulenza drammaturgica: Antonia Ferrante, e moltx amicx praticanti
co-produzioni: Azienda Speciale Palaexpo – Mattatoio | Progetto Prender-si Cura,
Kampnagel (Hamburg), Kunstencentrum Vooruit vzw (Ghent), Motus Vague
in collaborazione con Tenax Theatre Firenze

 

Oltre le mura / Beyond the walls è un progetto di Fondazione Fabbrica Europa nato con l’intento di attivare alcuni dei contesti cittadini periferici per posizione o per essenza, attraverso azioni performative di livello internazionale e territoriale che ruotano intorno ai concetti di “corpo”, “suono”, “ambiente”, “comunità”, nella visione di una nuova mappa di Firenze in cui la distanza dal centro storico e la complessità dei segni metropolitani possa essere un punto di forza verso la ricerca e la scoperta di nuove ritualità contemporanee.
Il progetto è realizzato nell’ambito di

AutunnoFiorentino_2022

 

[foto: Rebecca Lena]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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