Musicista enigmatico, Marc Ribot ha realizzato negli anni alcuni album in solo molto diversi tra loro, tra cui “John Zorn’s Book of Heads”, “Solo Guitar Works of Frantz Casseus”, “Saints”, “Don’t Blame Me”, “Exercises in Futility” e “Silent Movies” (2010, Pi Recording) che ha ottenuto un grande successo di critica ed è stato incluso dal Los Angeles Times nelle migliori uscite discografiche di quell’anno.
Le sue performance soliste live sono notoriamente imprevedibili: può attingere dalle sue realizzazioni in studio e far prendere il sopravvento alla matrice dell’improvvisazione jazzistica.
“Marc ha la capacità di sedersi da solo con la sua chitarra, e sconcertare il pubblico con una fusione di tecnica, bellezza e sorpresa” hanno scritto di lui John Garratt e Will Layman di PopMatters Picks in The Best Music of 2010.
Nato a Newmark, New Jersey, nel 1954, Marc Ribot inizia a suonare sin da giovanissimo in diverse band, mentre prende lezioni di chitarra classica dal compositore haitiano Frantz Casseus. Nel 1978 si trasferisce a New York, dove suona per vari musicisti tra cui Wilson Pickett e, come componente dei Realtones, per Carla Thomas, Rufus Thomas e Solomon Burke.
Nel 1984 entra a far parte dei Lounge Lizards e la sua popolarità cresce al punto da portarlo a collaborare con Elvis Costello, Marianne Faithfull e – soprattutto – Tom Waits. Nel 1990 esce il suo album da solista “Rootless Cosmopolitans” seguito, negli anni successivi, da una lunga serie di lavori che lo vedono diventare da un lato uno dei chitarristi più apprezzati e ricercati degli ultimi decenni con numerose collaborazioni, dall’altro uno dei protagonisti dell’avanguardia newyorchese, insieme a John Zorn, per la cui etichetta Tzadik incide numerosi lavori.
in collaborazione con Music Pool
[foto: Barbara Rigon]