Take refuge / Madrelingua

Simone Margelli / Saverio Lanza

3 Novembre 2016 - 30 Novembre 2016 18:30

Bagni pubblici di Via Agliè Torino | IT


INFO


Le popolazioni spaesate, deterritorializzate e in movimento che costituiscono gli etnorami odierni sono impegnate nella costruzione della località in quanto struttura di sentimento, dovendo spesso far fronte all’erosione, alla dispersione e all’implosione dei vicinati come formazioni sociali coerenti. Questa disgiuntura, come ogni altra, ci spinge a guardare verso una prossima ricomposizione…
Arjun Appadurai, Modernità in polvere

 

La questione migranti, siano essi economici o profughi, è sempre attuale.
Lo è sempre stata, da tempo immemore.
I continui squilibri tra le popolazioni dovuti principalmente a guerre, conflitti economici, religiosi e culturali e alla incessante ricerca di risorse naturali, ha sempre portato larghe fasce di umanità a spostarsi in maniera improvvisa e disorganizzata.

Da un punto di vista sociologico e psicologico, ciò che maggiormente colpisce il migrante, oltre alla violenza fisica di cui spesso è oggetto, è senza dubbio la separazione, il distacco dal proprio luogo d’origine e dai propri affetti.

La mostra vuole mettere in evidenza tale distacco mediante un altro processo di separazione: quello tra immagine e suono e tra uomo e donna.

Il lato maschile da una parte, nelle figure dei profughi fissate dalle fotografie di Simone Margelli nel contesto di quei “luoghi di nessuno” quali sono i Centri di Accoglienza.
Il lato femminile presentato invece sotto forma musicale: emotivo, non tangibile, senza tempo e senza luogo.
Sono ninnananne cantate da madri extracomunitarie, voci stonate che, nella ricontestualizzazione musicale di Saverio Lanza, trovano una nuova possibile armonizzazione.

La fotografia, oggettiva, vicina, tangibile ma anche cruda e distaccata, opposta ad una musica come eco lontana, astratta eppure intimissima.

I percorsi di immagini e musiche si sono incontrati a Firenze in occasione del “Laboratorio Nomade” della Fondazione Fabbrica Europa, nell’ambito del progetto MigrArti (MiBACT).

 

fotografie di Simone Margelli
installazione sonora di Saverio Lanza
curatori: Veronica Betti e Roberto Nania

 

 

 

 

 

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