Uccidiamo il chiaro di luna 1997/2015

Silvana Barbarini

13 Dicembre 2016 21:00

Teatro Comunale di Ferrara | IT


Le danze di Uccidiamo il chiaro di luna di Silvana Barbarini decollarono alla Scuola Paolo Grassi, nel 1997, per l’allora Atelier e oggi Corso di Teatrodanza. Silvana era stata allieva dell’unica danzatrice futurista, scoperta da Filippo Tommaso Marinetti, quando, appena sedicenne, danzava i versi del poeta comasco Escodamè e del “parolibero” Gioia e nel 1931 la Sinfonia aerea del compositore Pick Mangiagalli. In lei – ex ballerina sulle punte, stanca dell’accademia – Marinetti intravvide subito l’ideale corpo della sua Danza dell’aviatrice e forse non a caso. Giannina, ebbe Rosina Ferrario come zia materna, la prima donna dell’aviazione italiana e tra il 1929 e il 1930 si era affiancata al celebre aviatore Mario De Bernardi per spericolati voli acrobatici. Nel novembre 1931, durante l’inaugurazione della Mostra di aeropittura e scenografia futurista alla Galleria Lino Pesaro di Milano, la Censi si esibì in un alluminico costume “balneare futurista”, firmato da Enrico Prampolini, mentre, dietro le quinte Marinetti declamava il suo A mille metri su Adrianopoli bombardata e Serie di seconde parti di immagini aviatorie. Fu uno shock per il pubblico e per la critica: entrambi reagirono lanciando ortaggi e improperi, e l’aerodanza, idea originalissima del Futurismo, non ebbe seguito se non nel 1979 allorché la Barbarini, con Alessandra Manari (altra giovanissima allieva della Censi) decisero di ricomporre liberamente l’esperienza della loro insegnate, e sotto i suoi occhi vigili.

Nacque un evento importate nella storia della danza contemporanea italiana: Siio Vlummia Torrente. Da allora una serie di nuovi spettacoli neofuturisti, ispirati a materiali storici di poeti, artisti visivi e musicisti del movimento marinettiano, furono allestiti ancora dalla Barbarini. Solo alla Scuola Paolo Grassi, tuttavia, e su nostra indicazione, la danzatrice-coreografa osò impegnarsi nella ricostruzione non filologica delle tre danze del Manifesto futurista della danza (La danza dello Schrapnel, della Mitragliatrice e dell’Aviatrice).

L’esperienza rivelò, all’epoca, aspetti ignorati, in genere, dalla didattica italiana: quali l’impiego di un’energia discontinua, crescente e decrescente, contratta e decontratta in intervalli di tempo molecolari e la valorizzazione del microgesto e di una microdinamica, mai fine a se stessa ma alla eventuale ricomposizione di un universo di senso e di poesia ove il gioco e l’ironia siano veicoli creativi oltre che espressivi.
Marinella Guatterini

 

coreografia: Silvana Barbarini
direttore del coro: Emanuele De Checchi
danza: diplomati del Corso di Teatrodanza – Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi
Riallestimento nell’ambito del Progetto RIC.CI Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni Ottanta/Novanta
Ideazione e direzione artistica: Marinella Guatterini
Organizzazione: Silvia Albanese
Produzione 2015: Fondazione Milano-Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi
in collaborazione con AMAT – Associazione Marchigiana Attività Teatrali, TPP – Teatro Pubblico Pugliese, Fondazione Fabbrica Europa per le Arti contemporanee, Fondazione Ravenna Manifestazioni, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Torinodanza festival / Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale / Rassegna Evoluzioni e Prospettiva Danza Teatro

 

 

 

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