Con buoni amici… e buon cibo sulla tavola…
dobbiamo davvero chiederci quando dovremmo vivere, se non ora. M.F.K. Fisher, The Art of Eating
Ogni domenica andavo a casa di mio nonno dove tutta la famiglia si riuniva per mangiare, bere e ballare. Mio nonno era un uomo molto accogliente e invitava sempre amici e visitatori a mangiare con noi. Per lui questi momenti di condivisione e di incontro erano i più importanti della sua vita. Non ci ho mai pensato veramente, fino a quando non ho perso quei momenti. Quelle ore, tra le 13.00 e le 17.00, erano la sua evasione, la sua fuga. Era un rituale sacro con la sua famiglia, i suoi invitati e i suoi amici. La tavola doveva essere piena di gente e tutti brindavano alla salute, alla felicità, al piacere, all’amore e all’amicizia. Omar Rajeh
Quattro coreografi si ritrovano per mangiare insieme.
Vengono da continenti, culture, paesi diversi: Libano, Togo, Giappone, Belgio. Hanno esperienze artistiche, idee, percorsi diversi. Quello che li unisce è il loro lavoro.
Discutono, bevono, ridono, ballano, mangiano insieme.
La semplicità di questo incontro è il punto di partenza per una performance dalla struttura coreografica e concettuale più complessa.
‘Beytna’ è un semplice invito a casa: salute, felicità, piacere, condivisione, amicizia. Ma è anche un invito a creare, a costruire una coreografia, a ritrovare forme e situazioni del passato.
“I valori tradizionali articolano la vita quotidiana, e mangiare insieme è il primo di essi”.
Il cibo è essenziale per il nostro organismo e rappresenta quindi un bisogno fondamentale. Ciò nonostante non è solo una questione di sopravvivenza; il cibo coinvolge i nostri sensi ed è legato ai nostri valori culturali e sociali. È un bisogno primitivo che riunisce o allontana le persone.
Quello che mangiamo, come lo mangiamo, lo stare insieme a tavola, il condividere il cibo, sono il riflesso dei nostri valori culturali e delle nostre tradizioni, ma anche della nostra vita di oggi.
In Beytna il ritrovarsi insieme a tavola vuole sottolineare il bagaglio culturale e sociale di ognuno e insieme aprire una riflessione su cos’è la danza oggi e su quanto le forme contemporanee siano legate a quelle tradizionali.
Il tema del cibo è quindi centrale ma l’obiettivo principale del lavoro è quello di giocare sulle differenze artistiche e culturali tra i diversi commensali presenti, Omar Rajeh, Anani Sanouvi, Hiroaki Umeda, Koen Augustijnen, accompagnati dai musicisti palestinesi del Trio Joubran.
Un mosaico di culture che sembra riflettere quello del Libano e di altri paesi e che mette in luce la ricchezza rappresentata dalle differenze. Perché sono proprio le differenze, e non le similitudini, che riuniscono gli artisti.
Omar Rajeh è danzatore, coreografo e direttore artistico del Maqamat Dance Theatre di Beirut. Il suo lavoro, intenso e potente, ha dato un contributo essenziale e significativo all’affermazione e allo sviluppo della danza contemporanea in Libano. Nel 2002 ha fondato la sua compagnia con cui ha portato i suoi lavori nel mondo arabo, in Europa, in Canada e in Corea. Le sue coreografie trattano delle percezioni e delle preoccupazioni della sua vita di libanese e pongono continui interrogativi sulla presenza individuale e fisica del “corpo” nella sua dimensione umana e nel contesto socio-politico. È il fondatore di BIPOD, una delle più importanti piattaforme di danza contemporanea del mondo arabo, che ha diretto dal 2004 al 2015, e della Leymoun – Arab dance Platform, ed è cofondatore del Masahat Dance Network, una rete regionale per la danza tra Libano, Siria, Giordania e Palestina. Ha inoltre istituito Taekween, un programma di formazione intensiva per giovani danzatori in partnership con Sasha Waltz e Guests. Recentemente dato avvio a Maqamat Beit El Raqs, un importante progetto che offre uno spazio di formazione artistica e residenza nelle montagne libanesi dello Chouf.
Danzatore e coreografo togolese, Anani Sanouvi è conosciuto per la sua capacità di integrare tradizione e contemporaneità.
Selezionato per la prestigiosa iniziativa Rolex Mentor & Protégé, ha avuto l’opportunità di lavorare con Anne Teresa De Keersmaker. A Cape Town ha preso parte al progetto A Unique Gathering che ha riunito sette giovani talenti per uno scambio con William Kentridge, Peter Sellars e Wole Soyinka.
Sanouvi è profondamente legato alle antiche tradizioni africane e la consapevolezza di questa eredità culturale ha influenzato il suo senso di responsabilità come artista, portandolo a sviluppare un metodo di insegnamento basato sulla pratica spirituale dell’animismo, con cui ha tenuto lezioni in varie parti del mondo. Ad Amsterdam, dove si è stabilito, ha fondato nel 2008 la compagnia Maahhoum, ma parallelamente ha mantenuto rapporti con il suo paese d’origine dove ha creato un’associazione per lo sviluppo di progetti culturali e un laboratorio artistico – The Tools of the Wisdom – per lo studio, la conservazione e la valorizzazione delle tradizioni. Le sue creazioni sono state presentate in Europa, Stati Uniti, Medio Oriente e Africa.
La formazione e le esperienze artistiche del fiammingo Koen Augustijnen sono strettamente legate al suo rapporto con Les Ballets C de la B, per cui ha lavorato prima come danzatore negli spettacoli di Alain Platel e poi, dal 1997 al 2013, come coreografo residente. A Bâche del 2004, che lo ha fatto conoscere come coreografo a livello internazionale, sono seguiti Import / Export (2006), Ashes (2009) e Au-delà (2012).
Dal 2013 lavora come freelance. Oltre alla sua collaborazione con Les Ballets C de la B ha lavorato con, tra gli altri, Ivo Van Hove (Toneelgroep Amsterdam), Arne Sierens (Compagnie Cecilia) e Stalker Theatre Company. Nel 2009 ha creato le coreografie per il videoclip Dance for the Climate di Nic Balthazar e nel 2011, in collaborazione con TG STAN, la performance Oogst (Harvest). In Australia ha collaborato con la Marrugeku Company creando per Dalisia Pigram il solo Gudirr Gudirr. Nel 2013, con Rosalba Torres Guerrero e Hildegard De Vuyst crea Badke, una coreografia per dieci danzatori palestinesi, prodotta da KVS, Les Ballets C de la B e A.M. Qattan Foundation.
Hiroaki Umeda è un coreografo e artista multidisciplinare riconosciuto come una delle figure più interessanti della scena giapponese. Dopo aver studiato fotografia e danza, nel 2000 ha fondato la sua compagnia S20. Il suo linguaggio è basato su una metodologia olistica che considera come parti integranti della coreografia non solo gli elementi fisici legati al movimento ma anche quelli visivi, sonori, sensoriali e spazio-temporali. Le sue creazioni sono state presentate con grande successo in importanti teatri e festival di tutto il mondo (Festival d’Automne e Centre Pompidou di Parigi, Biennale de la Danse di Lione, Kunstenfestivaldesarts di Bruxelles, Tanz im August di Berlino, Tanzquartier di Vienna, NY Live Art di New York, Sydney Opera House, ecc.).
Nel 2009 ha iniziato un progetto coreografico decennale, Superkinesis, con danzatori di discipline diverse, dall’hip-hop alla danza classica, alla danza tradizionale asiatica.
Dal 2010 sta lavorando anche a una serie di installazioni incentrate sull’illusione ottica e sull’immersività che gli sono valse una menzione speciale al Prix Ars Electronica di Linz.
Le Trio Joubran è formato da tre fratelli, Samir, Wissam e Adnan, discendenti di una famiglia palestinese di suonatori di oud da ben quattro generazioni. Virtuosi assoluti di questo antico strumento e conosciuti a livello internazionale, il loro repertorio comprende straordinarie improvvisazioni e creazioni originali che hanno radici nella cultura tradizionale dei maqâm e nella loro sottile interpretazione.
Il Trio è arricchito dalle percussioni di Youssef Hbeisch, musicista, anch’esso di origini palestinesi, che ha sviluppato un suo stile che unisce alle sonorità contemporanee i complessi ritmi arabi.
coreografia: Koen Augustijnen, Omar Rajeh, Anani Sanouvi, Hiroaki Umeda
interpretazione: Koen Augustijnen, May Bou Matar, Adnan Joubran, Samir Joubran, Wissam Joubran, Youssef N. M. Hbaisch, Omar Rajeh, Anani Sanouvi, Hiroaki Umeda
composizione musicale: Le Trio Joubran
percussioni: Youssef N. M. Hbaisch
voce: Nohad Rajeh
scenografia e costumi: Mia Habis
sarto: Georges Jamo
direzione tecnica: Ricardo Armando Clementi
disegno luci: Victor Duran Manzano
graphic design e animazione video: Joe Elias/Nimslabs
concept e direzione: Omar Rajeh
produzione: Maqamat Beit El Raqs
coproduzione: BIPOD-Beirut International Platform of Dance, Tanzquartier Wien, Les Théâtres de la Ville de Luxembourg, CCN de La Rochelle / Cie Accrorap-Direction Kader Attou, Theater im Pfalzbau-Ludwigshaven, Fondazione Fabbrica Europa
CALENDARIO
6 – 7 aprile 2016 | Tanzquartier Wien (Austria)
9 – 10 aprile 2016 | Maison des Arts de Créteil (Francia)
13 – 15 aprile 2016 | Bipod-Beirut International Platform of Dance – Al Madina Theatre, Beirut (Libano)
14 – 15 maggio 2016 | Festival Fabbrica Europa – Stazione Leopolda, Firenze
28 – 29 novembre 2016 | Theater Im Pfalzbau, Ludwigshafen (Germania)
18 – 20 gennaio 2017 | deSingel, Anversa (Belgio)
[foto: Tony Elieh]