The first dance / La prima danza è un progetto di danza contemporanea site specific, finanziato dal 2025 Kore.A.Round Culture – Bilateral International Collaboration Program for Arts & Culture, che intende esplorare nuovi linguaggi performativi per spazi del patrimonio culturale, ridefinendoli come luoghi vivi e dinamici, in grado di coniugare memoria e contemporaneità.
Il progetto
Frutto di una collaborazione tra la Fondazione Fabbrica Europa e la Ahn Aesoon Company, una delle realtà più importanti del panorama artistico coreano, il progetto muove dall’idea di trasformare il patrimonio in una piattaforma per esperienze artistiche che stimolino una connessione più profonda tra opere, pubblico e territorio, utilizzando la danza e le arti performative come linguaggio al tempo stesso evocativo e innovativo.
La prima fase è in programma tra settembre e ottobre 2025 a Seul, dove gli artisti italiani Damiano Ottavio Bigi, coreografo e danzatore, e Alessandra Paoletti, drammaturga e regista, lavoreranno con danzatori locali, con il supporto della coreografa Ahn Aesoon, per sviluppare una creazione che sarà presentata in un luogo evocativo del patrimonio culturale coreano, il palazzo Nakseonjae nel complesso di Changdeokgung.
La performance
La prima danza nasce dall’incontro tra due visioni del mondo e dello spazio tanto profonde quanto distanti: quella del Rinascimento italiano e quella dell’architettura tradizionale coreana.
Ideata per prendere vita in luoghi emblematici, la performance instaura un dialogo tra due culture che, seppur lontane per geografia e storia, non si limitano a costruire strutture fisiche, ma veri e propri universi simbolici, ognuno con la propria grammatica di forme, proporzioni e spiritualità.
Nel Rinascimento, sotto l’influenza dell’Umanesimo e del Neoplatonismo, lo spazio viene ordinato secondo proporzioni matematiche perfette: simmetria ed equilibrio diventano espressione di un cosmo governato da leggi razionali, in cui l’uomo è misura di tutte le cose e l’architettura riflette un ideale di armonia immutabile. In Corea, al contrario, le filosofie confuciana, taoista e buddhista concepiscono l’universo come un flusso di energie complementari, in cui lo spazio è vivo e in continua trasformazione, e il vuoto (Ma) ha un valore essenziale — non come assenza, ma come presenza silenziosa, pausa che dona significato e diventa spazio percettivo e mentale.
La performance si svilupperà all’interno di questi spazi carichi di storia e simbolismo, dove i movimenti dei danzatori dialogheranno con le geometrie rigorose e gli equilibri dinamici degli ambienti, traducendo in gesto e respiro le filosofie che li hanno generati. Attraverso elementi scenici traslucidi, superfici evanescenti e materiali mobili, i confini tra il tangibile e l’immaginato si dissolveranno, permettendo ai corpi di emergere dall’architettura o di fondervisi, come se lo spazio stesso fosse parte attiva della danza.
La ricerca coreografica si ispirerà ai principi che governano questi due mondi — ordine e armonia, vuoto e pieno, rigore e libertà — costruendo un linguaggio del movimento che trasforma temi astratti in corpo, respiro e ritmo. Le visioni interiori, le emozioni e le percezioni dei danzatori entreranno in dialogo con l’ambiente e la memoria storica che esso custodisce, dando vita a un’esperienza immersiva e multisensoriale.
La seconda fase di The first dance / La prima danza si svolgerà in Italia nel giugno 2026 con performance site specific in luoghi del patrimonio, le cui caratteristiche storiche e architettoniche aggiungeranno nuove suggestioni.