17 Marzo 2019 16:30
Teatro Goldoni di Firenze | IT
La compagnia Giardino Chiuso e COB/Compagnia Opus Ballet nel 2018 iniziano un percorso di collaborazione artistica per la realizzazione di uno spettacolo di teatro danza su uno dei capolavori della letteratura.
Riproporre un Pinocchio in danza non è mai banale; sul celeberrimo burattino di legno sono state prodotte innumerevoli letture sceniche, dal teatro alla danza, dal musical al cinema, con più o meno fortuna, con più o meno correttezze drammaturgiche, con più o meno rispetto per il fantastico e controverso personaggio collodiano. Ma è proprio questa facoltà camaleontica che ha contribuito a costruire il suo indiscusso successo. Sezionato, ridotto, stravolto, rivolto, Pinocchio riesce sempre, da buona “birba”, a mantenere la sua coerenza, il suo impertinente sguardo di burattino. Il suo buon nome! Grazie a questa generosità interpretativa anche il nostro lavoro vuole far rivivere il suo mondo, ma con una distinta direzione immaginifica e simbolica: Pinocchio si forma, si modella sulle necessità espressive contemporanee, ancora una volta il ceppo di legno prende vita per raccontarsi sotto una luce nuovamente diversa.
Le parole di Kleist tratte dal “Trattato delle marionette” che aprono lo spettacolo, affidate all’interpretazione di Virginio Gazzolo, ci danno l’opportunità di collocare il nostro Pinocchio in una lettura intuitivamente riconoscibile. La marionetta si inserisce tra il divino e il terreno, ricreando continuamente quella fase irripetibile che viene spesso coniugata con l’opera d’arte, la stessa condizione soprasensibile dell’artista, che percepisce la realtà con altri punti di vista. Questo legno magico, quindi, misteriosamente e consapevolmente appare nella bottega di Mastro Ciliegia, in attesa di una nascita meravigliosa, intricante e fantastica di un personaggio che trascende inequivocabilmente dal quotidiano e immediatamente pronto per una fuga verso la scoperta e la ingenua curiosità di far parte del mondo. Sincero e dispettoso verso l’umanità, Pinocchio, che in questa lettura è il riflesso dell’artista, scruta curioso e pieno di aspettative tutto quello che accade intorno a lui. Ma le sue disavventure e la sua voglia di libertà lo porteranno, suo malgrado, ad assoggettarsi completamente al mondo terreno, scegliendo di diventare di carne e ossa e accettando l’anonimato nella massificazione, praticamente suicidando la sua parte “divina” per quella umana.
Le scene si susseguono incessantemente, senza tregua, in viaggi fantastici e perigliosi alla scoperta delle sensazioni, degli affetti, della giustizia, dell’incerto, dell’amicizia, del tradimento, del divertimento, delle lacrime, della povertà, dell’onestà.
Lo spettacolo avrà in scena diversi linguaggi teatrali contemporanei. Danza, parola, video, musica, si equilibrano nella messa in scena portando lo spettatore in una dimensione sospesa, coinvolgente e magica cercando di raccontare e difendere la libertà intrinseca di Pinocchio. Un Pinocchio che, come l’artista, guarda il mondo come fosse sempre la prima volta, con occhi ingenui e sempre curiosi. Un’anima pura.