14 Settembre 2013 18:00
Festival Benevento Città Spettacolo | IT
@Palazzo Paolo V_Benevento
nell’ambito di Benedanza
A guidare ogni lavoro è l’idea che ogni visione risulti da un’”oggettività” che si verifica sulla scena, dichiarando un allontanamento dalla finzione teatrale o da un effetto speciale. Una sorta di movimento basato sulla sincronia degli opposti, la ricerca di un anelato equilibrio, quasi mai raggiunto e d’altra parte così mortifero per la chimica che si sviluppa tra picchi e attese, immagine e movimento, tra corpo e oggetto, spettatore e performer, teatro e museo.
Una serie di riflessioni conduce alla costruzione del lavoro, relativo al concetto di vicinanza e lontananza analizzato prima in pittura e scultura, poi in relazione alla performance e alla capacità di vedere, di entrare a contatto con il dettaglio della visione. Il corpo della danzatrice rappresenta in questo caso il corpo dell’opera. Non è lo spettatore che si avvicina all’opera, ma è la danzatrice che avvicinandosi agli occhi di chi guarda si espone e arrende allo svelarsi del dettaglio. Agendo attraverso uno spostamento della visione fisica, si svela il procedimento tautologico della pittura. Colorazione della pelle come strato pittorico.
La donna è dipinta da se stessa, la pittura disegna ciò che l’anatomia ha già segnato, la danza sottolinea un’ anatomia nell’ incessante sforzo di movimento-avvicinamento del corpo agli occhi degli astanti.