6 Maggio 2016 21:00
Stazione Leopolda di Firenze | IT
L’edizione 2016 di Fabbrica Europa si configura come piattaforma di condivisione creativa che apre a nuove modalità progettuali e attiva un gesto artistico allo stesso tempo collettivo e indipendente. Uno scambio tra artisti che accende nuove forme di relazione, percezione e fruizione dello spazio, percorso da segni coreografici e sonori che ne ridisegnano contorni e volumi.
Gamelan è un progetto ideato da Michele Di Stefano, Fabrizio Favale e Cristina Rizzo per Fabbrica Europa 2016, a partire dalla precedente esperienza della Piattaforma Balinese realizzata nel corso di due edizioni al festival di Santarcangelo di Romagna.
Un nutrito numero di coreografi e danzatori, alcuni già presenti al Festival, altri scelti dal panorama internazionale, è invitato a cominciare una danza al solo scopo di costruire una successione condivisa di corpi su un suono semplice e preesistente nell’arco temporale di un’ora e mezza. Presentarla solo una volta, proporla in innumerevoli parti e variazioni, sono solo alcune delle possibilità che potrebbero aprirsi. Dentro un unico grande spazio vuoto l’affollamento o la singolarità di un assolo sono la materia di questo gioco dai risvolti non prevedibili, che si gonfia e si svuota nella circolarità di un flusso, di un fiume che tende all’infinito.
Gamelan è un gesto primitivo perché è subito prima di qualunque pensiero di elaborazione e di invenzione rivolto alla scena. Ciò che appare è esclusivamente materia danzata, è linguaggio agli albori, complessità della visione e dell’ascolto, è un gesto di assoluta rapidità e leggerezza, che si profila e scompare all’orizzonte in un lampo.
La Piattaforma della Danza Balinese è un progetto temporaneo, dedicato alle pratiche e alle ricerche della coreografia contemporanea, a cura di tre realtà artistiche italiane, Michele Di Stefano, Fabrizio Favale, Cristina Rizzo, nato nel 2014 in stretta collaborazione con Santarcangelo Festival Internazionale.
Il dispositivo si è inserito nella normale durata e programmazione di un Festival come un evento climatico non previsto, concentrando l’attenzione su ciò che accade in mezzo al corso naturale degli eventi, per generare ambienti inattesi o selvaggi, tratteggiare ipotetiche e favolose performance e innescare così un immediato materiale di scambio con il pubblico.
Più che un’immagine esotica o l’evocazione di un altro mondo, la Piattaforma della Danza Balinese è lo sguardo estemporaneo di un ensemble di artisti che si volta simultaneamente nella stessa direzione, aprendo così ad una modalità di fare progetto che valuta costantemente dal vivo economie reali e risorse immaginifiche per attivare un gesto artistico collettivo e indipendente.