Gaston Core

THE VERY LAST NORTHERN WHITE RHINO

18 Settembre 2022 21:00

Teatro Studio Mila Pieralli Scandicci | IT


INFO
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intero 13€
ridotto 10€ *
* Over 65, under 18, soci Arci, Unicoop Firenze, Controradio Club, Touring Club Italiano, Lungarno, IREOS, Centro Pecci Prato, possessori biglietto mostre in corso e Amici di Palazzo Strozzi, studenti Accademia Belle Arti, IED, Polimoda, iscritti scuole di danza convenzionate

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Quando il reporter del New York Times Sam Anderson ha avuto notizia della morte dell’ultimo rinoceronte bianco maschio è volato in Kenya, dove ha trascorso una settimana con gli ultimi esemplari sopravvissuti, due femmine, madre e figlia, entrate così in quella che viene definita “estinzione funzionale”. Alla loro morte la specie sarebbe completamente scomparsa.
Anderson ha descritto la vita quotidiana di Fatu e Najin che, ignare del loro destino, pascolavano sotto il sole della riserva in cui, protette dai cacciatori, sarebbero vissute fino alla loro morte.
Un’immagine che rappresenta la vita per la vita, perché la prerogativa di questi esseri è di vivere per testimoniare l’esistenza di una specie.
Penso a questi enormi mammiferi come a creature terribilmente fragili e ai loro corpi – ormai insostituibili – come a pezzi di un museo vivente. Consapevoli che alla morte di questi ultimi due esemplari il rinoceronte bianco scomparirà per sempre, non lo vediamo più come un animale da safari ma come una creatura umana che ci mostra quale potrebbe essere il nostro destino. La loro esistenza, lo spazio che occupano, trasformano il singolo individuo in un simbolo della sua specie, così come, per analogia, un uomo solo in scena improvvisamente diventa simbolo di tutta l’umanità.

Queste riflessioni mi hanno dato serenità in un momento di grande incertezza per il mondo, un po’ come quando alla fine di “Melancholia” di Lars Von Trier il personaggio di Kirsten Dunst costruisce un rifugio senza mura, in cui ripararsi con il nipote e la sorella, e aspetta che il meteorite si scontri con la Terra.
Oltre ai miei pensieri sul momento che stiamo vivendo e sulla possibilità di trovare pace in mezzo al caos del mondo, ho voluto anche lavorare su un linguaggio coreografico che mi permettesse di giocare con dinamiche molto precise, ridisegnandone le forme in cerca di una nuova estetica del movimento.
La danza urbana mi è sembrata un campo interessante da esplorare. Ho incontrato Oulouy e insieme abbiamo preso come spunto l’hip-hop, il krump, il finger tutting e il coupé-décalé.
Trasformando questi diversi stili ho cercato di mostrare l’immagine di un uomo che danza perché ha scoperto – come dice Valéry – che abbiamo “troppa energia per le nostre necessità”.
Ho voluto presentare la danza come eccesso, come celebrazione della vita.
Danzare sino allo sfinimento, danzare sino alla fine, perché forse non c’è nient’altro da fare.
– Gaston Core –

 

Gaston Core, nato in Argentina, ha studiato comunicazione audiovisiva all’Università di Buenos Aires, formandosi al contempo come performer. Nel 2001 si è stabilito in Spagna dove si è diplomato in drammaturgia e regia all’Institut del Teatre di Barcellona e ha collaborato con una società di produzione cinematografica. Nel 2008 il suo interesse per la gestione culturale lo ha portato a ideare un festival di teatro di strada, finanziato dal Comune di Terrassa e dal Centre d’Arts Escèniques de Terrassa. Ha lavorato con diverse compagnie come interprete e regista fino al 2012, quando ha deciso di dedicarsi esclusivamente al progetto Sala Hiroshima, che ha ideato e che dirige ancora oggi, concentrandosi sul sostegno, la produzione e la presentazione delle tendenze più innovative della scena contemporanea internazionale. Nel 2018, dopo aver conseguito un Master in Filosofia Contemporanea, ha deciso di tornare a dedicarsi alla drammaturgia e alla coreografia.
Oulouy, originario della Costa d’Avorio, vive a Barcellona. Con una formazione in danze africane, dal 2008 si avvicina alla danza urbana, partecipando a numerose battle internazionali.
È attivo anche come insegnante e co-dirige il progetto @ilovethisdance.
I suoi stili includono hip hop, freestyle, house dance e danze africane come coupé-décalé e ndombolo.
Con la sua creazione Black ha ricevuto recentemente il secondo premio al 19° Burgos & New York International Choreography Contest nella categoria urban dance.

 

concept, regia e coreografia: Gaston Core
interprete: Oulouy
collaborazione alla composizione: Aina Alegre
musica: Jorge da Rocha
luci e tecnica: Ivan Cascon
styling: Eva Bernal
promozione e organizzazione: Haizea Arrizabalaga
coproduzione: Sala Hiroshima & Festival GREC di Barcellona
con il sostegno di Centre Cívic Barceloneta
Lo spettacolo fa parte del programma della Florence Art Week, un’iniziativa dedicata alla produzione artistica e alla sperimentazione contemporanea nell’ambito della Biennale Internazionale dell’Antiquariato.

 

[foto: Alice Brazzit]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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