17 Maggio 2019 20:45
Teatro della Pergola di Firenze | IT
in collaborazione con Fondazione Teatro della Toscana
La montagna è imprendibile perché assoluta e sempre pronta a franare, dunque irresistibile per il corpo del danzatore così come per quello dello scalatore, votati ad affrontare un costante allenamento al vuoto attraverso l’intelligenza motoria del fare, che parte sempre da un attacco: della parete o della coreografia. Entrambi si muovono nella vastità del paesaggio e corrono dei rischi per procedere a una trasformazione cruciale, diventano cioè il paesaggio stesso assorbendone tutte le informazioni e restituendole in forma di spostamento continuo.
Affrontare una danza come una concatenazione di movimenti vuol dire qui utilizzarla per esplorare l’esterno, mitologia dell’inaccessibile inclusa, e per provare a perdere la figura in questo esterno. Dissolversi nel mondo infine; quel che si vede dalla cima è incidentale.
Con la capacità di astrazione che contraddistingue il suo lavoro, sempre sospeso tra mondo fisico e realtà immaginate, Michele Di Stefano raccoglie questi sentimenti per riportarli in forma di coreografia pura.
Lo spettacolo ha la forma di un dittico: a una prima parte costruita sul dinamismo incessante e serrato dei performer si succede una scena di paesaggio, che crea il plastico in movimento di una veduta alpina mossa da eventi misteriosi e ispirata dalla “disubbidienza geografica” che ogni territorio montano porta con sé.