5 Maggio 2011 20:00
Stazione Leopolda di Firenze | IT
Liturgia di musiche, immagini, architetture tra rinascimento e contemporaneo
Quattro istituzioni culturali fiorentine – Tempo Reale, L’Homme Armé, Fondazione Fabbrica Europa, Teatro del Maggio Musicale Fiorentino – hanno collaborato per proporre un’opera innovativa e coraggiosa che, con un salto di sei secoli attraverso la storia della musica, accoglie forme espressive diverse: dalla musica vocale a quella elettronica, dallo spazio al video, dalle architetture gotiche a disegni di Giovanni Michelucci.
Il progetto, ideato da Fabio Lombardo, è incentrato su una particolare lettura e ambientazione della Missa cuiusvis toni del compositore fiammingo del XV secolo Johannes Ockeghem.
La messa rappresenta una sorta di opera aperta rinascimentale: la stessa partitura può infatti essere eseguita in differenti tonalità con caratteri espressivi anche molto diversi. Le cinque parti composte da Ockeghem sono concepite dal progetto come altrettanti pannelli di un polittico che vengono inserite in un nuovo contesto liturgico creato attraverso una serie di strutture sonore elettroacustiche originali o frutto della rielaborazione elettronica delle parti cantate.
La parte musicale viene quindi affidata a un ensemble vocale di dieci voci, che interpreta la messa secondo criteri e prassi della seconda metà del Quattrocento, e a un ensemble elettroacustico dal vivo, che si occupa di costruire in tempo reale un contrappunto sonoro tanto attraverso nuovi materiali quanto grazie alla rielaborazione digitale degli elementi vocali.
Si trovano quindi a interagire fianco a fianco la formazione musicale più antica, il gruppo vocale, e quella più moderna, interamente formata da strumenti elettronici.
L’esecuzione musicale viene inserita all’interno di una video-scenografia, realizzata in collaborazione con il Maggio Musicale Fiorentino e la Fondazione Giovanni Michelucci, che interagisce con i vari pannelli musicali, vocali ed elettronici, costruendo un percorso di drammaturgia visiva intimamente connesso a quello sonoro, dunque parte integrante della creazione.
La connotazione rituale dello spettacolo è evidenziata dalla particolare collocazione dei gruppi musicali nello spazio in modo da avvolgere il pubblico. Sulle superfici risultanti dall’articolazione dello spazio vengono proiettate le immagini della video-scenografia che rielabora elementi fondamentalmente architettonici e urbanistici, ispirati sia all’opera del grande architetto fiorentino – tratti dal ricchissimo Archivio della Fondazione Giovanni Michelacci – sia alla spazialità delle cattedrali gotiche di area fiamminga, luoghi in cui la messa di Ockeghem poteva originariamente risuonare.