e-ink | Upper-East-Side | Tempesta/The Spirits

Aterballetto

12 Maggio 2015 21:00

Stazione Leopolda di Firenze | IT


INFO
Durata: 65 min

Biglietti:
intero 20€
ridotto* 15€
speciale** 10€

* (acquistabile anche online) per over 65, soci Arci, Coop, Controradio Club, Touring Club Italiano, possessori Carta Institut français Firenze, IREOS, Carta Più/Multi Più Feltrinelli, tessere Biblioteche SDIAF, biglietti, abbonamenti e smart card Trenitalia, biglietti e abbonamenti ATAF & Li-nea e Busitalia

** (NON acquistabile online) per under 18, studenti universitari, Polimoda, Accademia Belle Arti, IED, ISIA, LABA Firenze, possessori MaggioCard, iscritti scuole danza convenzionate

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Dopo Duetto di Alessandro Certini e Virgilio Sieni, Calore di Enzo Cosimi, La boule de neige di Fabrizio Monteverde, Terramara di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni e Pupilla di Valeria Magli, Fabbrica Europa propone l’ultimo riallestimento del progetto RIC.CI – Reconstruction Italian Contemporary Choreography: e-ink di Michele Di Stefano, interpretato da giovani danzatori di Aterballetto.
La serata vede in scena Aterballetto anche con Tempesta/The Spirits di Cristina Rizzo e la recente creazione di Michele Di Stefano Upper-East-Side.

 

E-INK (1999-2014) – Prima Nazionale
coreografia: Michele Di Stefano
interpreti: Damiano Artale, Philippe Kratz
musica: Paolo Sinigaglia
disegno luci: Michele Di Stefano

Questo lavoro nasce dalla curiosità per le modalità di trasmissione dei messaggi oracolari e divinatori che, pur essendo formalmente precisi, sono il prodotto di una destabilizzazione.
Esatta e ambigua a un tempo, la loro comunicazione è organizzata sul momentaneo addomesticamento di ciò che per sua natura desidera essere continuamente riscritto, reinventato. E frainteso.
Forse nel cambiamento costante degli stati corporei, nel loro rimescolio non consequenziale, è possibile avvicinarsi a questo punto di vista non ordinario, alle potenzialità compositive di una scrittura mutante come gli inchiostri elettronici del futuro prossimo, ma che può essere letta solo come presentimento.
Michele Di Stefano

“…manifesto di una danza che diventa techné nella frenesia instancabile dell’azione. Vi si riflette sul costante mutamento degli stati corporei che ingenerano comicità ma anche dramma, confusione, spaesamento, partendo da una scrittura scenica affidata alla precarietà di un corpo afflosciato come una marionetta priva di fili.”
(M. Guatterini, “I campi magnetici di MK” in Il Sole 24 ore, 16/9/2001)

“…il corpo reagisce alle regole coreografiche di tempo e spazio con una danza esplosiva, in cui la quiete della stasi è disturbata da impulsi energetici che muoiono sul nascere, si prolungano fino all’esplosione libera verso l’esterno, si trasformano in forme esteticamente compiute. Il tutto impaginato in sezioni coreografiche in cui i rapporti tra i singoli corpi sono scossi da un mirabile contrappunto ritmico.”
(F. Pedroni, “Riflessioni sulla coreografia contemporanea italiana”, in Danza&Danza, luglio 2000)

produzione 1999: mk/Festival Teatri 90/Ref.
debutto: febbraio 1999 Teatri90 festival – Teatro Franco Parenti, Milano.
interpreti: Biagio Caravano, Michele Di Stefano
produzione 2014: mk, Aterballetto, Fabbrica Europa
riallestimento a cura di Biagio Caravano e Michele Di Stefano
coreografia, luci e abiti: Michele Di Stefano
Riallestimento nell’ambito del progetto
RIC.CI
Reconstruction Italian Contemporary Choreography
Anni ’80-’90
ideazione e direzione artistica: Marinella Guatterini
organizzazione e comunicazione: Silvia Albanese
in collaborazione con:
AMAT | Associazione Marchigiana Attività Teatrali / ARTEVEN Circuito Teatrale Regionale Veneto / TPP | Teatro Pubblico Pugliese
in coproduzione con:
Fondazione Teatro Grande di Brescia / Fondazione Fabbrica Europa per le arti contemporanee / Fondazione Milano Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi / Fondazione Ravenna Manifestazioni / Fondazione Teatro Comunale di Ferrara “Claudio Abbado” / Torinodanza | Fondazione del Teatro Stabile di Torino

 

UPPER-EAST-SIDE
coreografia: Michele Di Stefano
interpreti: Daniele Ardillo, Hektor Budlla, Johanna Hwang, Marietta Kro, Ivana Mastroviti,
Riccardo Occhilupo, Roberto Tedesco, Serena Vinzio, Chiara Viscido
musica: Lorenzo Bianchi Hoesch
luci: Carlo Cerri

La matematica della “frase” coreografica, la sua collocazione all’interno di un sistema, la sua riproducibilità nel tempo e le conseguenze che essa produce sono il punto di partenza di questo lavoro. Dalla grammatica alla geografia, l’informazione viaggia per creare un impatto linguistico nello spazio, in un continuo desiderio di scambio, per far vivere la danza come una condizione ambientale, esplorativa. Che cosa rende abitabile un luogo? L’architettura che lo contiene o la dinamica dei suoi attraversamenti? Un corpo che danza lo fa veramente quando permette ad un’altra danza di esistergli accanto. Così costruiamo un paesaggio, così traslochiamo nei quartieri alti.

“Upper East (Sides), novità assoluta di Michele Di Stefano, già Leone d’argento all’ultima Biennale Danza, impone un nuovo registro poetico. La sua creazione, per nove danzatori misti, e su musica di Lorenzo Bianchi Hoesch, abbina l’idea del viaggio corale alla necessità di far dialogare tra loro interpreti ricettivi ma apparentemente disorientati nello spazio.
Allungato, flessibile, gaglioffo, il percorso e il linguaggio più che malleabile, possono portare ovunque; la geografia e le mappe esplorative di Di Stefano non conoscono confini. Ma ai perfetti e assai diversi danzatori dell’Aterballetto […] l’artista salernitano chiede di “uscire da sé” e dal gruppo, e di “rientrare in sé” (e nel gruppo) con una costante attenzione al lato destro (East dentro al palco) della scena. Dove si disperdono e s’addensano in fila conta, dunque, molto; e verso il proscenio, verso le “upper east sides” traslocherà anche quel meraviglioso solista- fuscello dai lunghi arabesque ondeggianti. Il nomadismo è accuratamente organizzato: dona a Di Stefano la felicità di una composizione di peso internazionale, e all’Aterballeto un vento formalistico di sbalorditiva, incalzante, freschezza.”
(M. Guatterini, “Deserti aridi e nomadi ondeggianti”, Il Sole 24 Ore, 26/10/2014)

 

TEMPESTA/THE SPIRITS
coreografia: Cristina Rizzo
interpreti: Johanna Hwang, Philippe Kratz, Ivana Mastroviti,
Damiano Artale, Roberto Tedesco, Serena Vinzio
ideazione costumi: Cristina Rizzo
musiche: Autori Vari
consulenza sonora e mixage: Spartaco Cortesi
luci: Carlo Cerri
realizzazione costumi: Sartoria Aterballetto

La fine è senza ricorso, qui ora invece preme un nuovo mondo, una nuova cittadinanza.
La tempesta si è conclusa, possiamo archiviare l’oscuro terreno dell’usurpazione e l’illusione del dominio, a noi rimane la possibilità di una riconciliazione, di un luogo potente della relazione.
Tempesta/The Spirits è un balletto per sei danzatori, tre coppie che formano un gruppo, una specie di tribù che nel suo gioco coreografico articola una danza fatta di ingaggi subitanei, di abitazioni epidermiche e di corpi volatili agganciati in una continua e reciproca torsione di uno nell’altro.
È nei meccanismi del dialogo e della relazione che è possibile applicare un rigoroso esercizio quotidiano, capace di sollevarsi dai sistemi dominanti della soggettività, di rinominare i desideri e far apparire una qualità molto specifica di vicinanza. Stare in un luogo trovato insieme, starci e costruire insieme uno stato lievissimo di gesti, di delicate negoziazioni per formare nuovi fraseggi e qualità diverse del tempo, riabilitare insieme l’apparizione, un avvento.

“… uno sguardo obliquo su Shakespeare mirando a stanare i gangli delle relazioni tra sei danzatori/personaggi. Tempesta come crocevia di emozioni, temperature diverse.
(L’Unità, 30/05/2014)

“Dislocati e poi raggruppati con grazia in catene mai violente, i sei danzatori guidati dalla Rizzo si fanno, invece, portavoce di una liberazione dall’individualismo e dalla paure collettive. Una forte luce spiovente, quasi dorata, e una devota epifania in proscenio suggellano il cambiamento: nella gestualità tutti i corpi appaiono posseduti e vibranti.”
(M. Guatterini, Il sole 24 ore, 01/06/2014)

 

[foto: Nadir Bonazzi]

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