THE JUNK GANG

Jean Bacho

12 Maggio 2011 19:00

Stazione Leopolda di Firenze | IT


Jean Bacho inizia a lavorare nel 2010 con i rottami di ferro, spinto dall’ispirazione di realizzare un’idea fisica. Realizza il progetto The 7 Junk Gang, sette cavalieri di rottami, grazie anche all’aiuto di Francesco Alessandra. “I rottami sono del tutto inservibili alla funzione cui erano stati destinati, a ciò per cui erano stati pensati. Nel momento di morte, di oblio, di inservibilità assoluta del rottame, tale che questo è destinato ad avviarsi inevitabilmente al suo smaltimento, l’artista interviene con il suo rinnovamento”.

Jean Bacho si ritiene un vero umanista, non è mai alla ricerca del nuovo, ma è estremamente nostalgico di quanto l’uomo ha prodotto. I rottami sono memorie dell’infanzia. Innescano pensieri creativi, generano ipotesi sul futuro, stimolano la voglia di tramandare la loro storia. Salvandone alcuni dalla distruzione tramanda la storia dell’industrializzazione, dei macchinari e del lavoro. Il “progresso” sta per subire una battuta d’arresto, il moderno è rappresentato dalla convivenza forzata con il superfluo. I rifiuti sono l’apice del superfluo, e sono anche il business più grande. Ecco allora che nell’assurda logica dell’arte Bacho, in questo processo creativo, combatte il moderno cadendo nelle sue stesse contraddizioni. Trovando un’estetica anche nel rifiuto, non solo si adegua al business facendoci arte, ma contesta il concetto stesso di superfluo, auspicando un ritorno al senso del passato e a un primitivismo che sono la nostra ultima possibilità di salvezza.

 

Toscana Factory è il nuovo “marchio di Fabbrica”. Con questo logo Fabbrica Europa vuole riaprire in maniera progettuale la Stazione Leopolda al Made in Tuscany, valorizzando tutte quelle realtà regionali che meritano particolare attenzione, con l’idea di metterle in rete tra loro, promuoverle e supportarle nella direzione e nella formazione.
Un marchio che è quindi una linea d’intenti ben definita, ma che soprattutto viene pensato come l’inizio di un laboratorio aperto (il richiamo allo studio “The Factory” di Andy Warhol è pienamente voluto) in cui sviluppare energie locali in un ambiente dal profilo internazionale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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